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domenica 23 marzo 2014

Umiltà





UMILTA’

Umile, si lasciava consumare…
    

         L’umiltà, se si trova in te, conservala come una perla di gran valore. Essa renderà la tua vita aperta al cuore degli altri, alle loro istanze, al loro grido di aiuto, alla loro sete di amore e bisogno di calore umano.
 
         Ed ecco una pagina che mette in luce la storia umile di un tronchetto d’ulivo.

      Non mancava, nella casa dove abitavo, un vecchio camino di pietra. Tirava molto bene ancora, nonostante i suoi anni. Era solo annerito dal fumo.
      Ricordo una sera di gennaio, faceva tanto freddo e sentivo il desiderio di riscaldarmi un po’. Ho preso un bel ciocco di ulivo e un ceppo di vite, tutto verniciato di verde per mascherare il suo seccume. Me lo avevano regalato perché ne facessi un soprammobile. Dopo alcuni anni, però, l’avevo messo da parte, non mi era più utile.
      Posti nel camino il tronchetto e il ceppo, ho cercato di attizzare il fuoco. Iniziavano le prime scintille a dar vita al fuocherello. Ho udito allora i due legni “gemere parole” fra loro.
      Il ceppo vantava la sua origine, superbo e orgoglioso della sua appartenenza ad una meravigliosa vite, con grappoli d’oro, che cresceva su una collina ammantata di verde. Quando l’uva maturava, uno spaventapasseri la proteggeva dagli ingordi uccellini, perché non beccassero gli acini deliziosi.
      Il ciocco d’ulivo, invece, presentava la sua umile discendenza. Proveniva da un campo incolto e sassoso, dove l’erba doveva farsi spazio fra le pietre per uscire all’aperto. E quante erbe e ortiche crescevano liberamente, coprendo il terreno! Diceva di appartenere ad una pianta selvatica, la quale non aveva mai ricevuto cure ed attenzioni.
      I suoi frutti, poi, non erano raccolti dall’ uomo, perché selvatici, ma creavano la delizia degli animali della campagna.
      Vedevo con chiarezza il fronteggiarsi di due realtà: da una parte l’orgoglio, dall’altra l’umiltà.
      Che insegnamento mi veniva da quel camino affumicato! Queste due verità mettevano in risalto l’essere dell’uomo, così come io lo vedevo nella sua interiorità.
      Riflettendo, ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti, il ceppo non esisteva più. Al suo posto ho notato solo cenere.
      L’ulivo, invece, continuava ad ardere, sprigionando un notevole calore. Cos’era accaduto e perché la scomparsa improvvisa del ramo di vite?
Il cammino mi ha raccontato la fine di quel legno arrogante e presuntuoso. Il fuoco, toccando le due estremità del ceppo, aveva raggiunto subito il centro e, facendo un’unica fiammata, lo aveva consumato e ridotto in cenere. I rami potati della vite non servono per il riscaldamento. Possono solo essere bruciati.
Il cammino mi ha detto queste sagge parole:         “ Vedi, questa è la fine di chi vive centrato su se stesso, di chi cerca la gloria e la vanità del mondo e disprezza gli altri”.
E il legno d’ulivo ? Umile, si lasciava consumare dalla fiamma, sprigionando calore.
Virtù pregiata è l’umiltà dell’uomo che non vanta nulla di sé, ma è sempre proteso verso il prossimo, diventando portatore di bene e di pace.
Ed io continuavo a lasciarmi scaldare da quel ciocco, imparando dal suo esempio sommesso.
 
                                                                                        Inco
 

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Lorenzo, prendo spunto dal pensiero che hai inserito oggi ma soprattutto cerco di riallacciarmi a quanto detto alla fine dell'incontro di ieri di Anawim... l'Umiltà purtroppo non fa parte del bagaglio automatico di sentimenti che ci contraddistinguono, è una vera "perla di saggezza" che come tutte le cose preziose va cercata e difesa una volta trovata :-) l'essere umile non ci viene naturale e per di più mente chi afferma il contrario...l'umiltà va ricercata con vigore perchè è la base di partenza per elevarci e migliorarci !!! ........................devo interrompere ma dopo continuo....................Meme

Unknown ha detto...

.......come detto più volte il cammino terreno(o viaggio !) che intrapendiamo con la nascita, serve per ritrovare quella spiritualità che è parte integrante della nostra umanità e che fa parte del bagaglio automatico di sentimenti(come detto prima...); pertanto l'essere umili è la condizione di partenza per migliorarci ed iniziare a camminare......ma non voglio parlare di queste cose.
Mi fà piacere dirti che il concetto che ci hai proposto ieri sull'Inferno, mi ha veramente colpito ed indotto in tanti pensieri e ragionamenti che non mi sono mai venuti in mente; è proprio vero che tante volte si è superficiali e magari si apre bocca e si fanno preghiere, senza riflettere su cosa si chiede e a cosa si possa andare incontro :-(( mi ha molto impressionato il pensare che si deve essere sempre pronti ad una chiamata, per renderci "inattacabili" con l nostro corretto comportamento sempre "ineccepibile"......deve essere bruttissimo trovarsi ad un punto della propria vita, e capire che non puoi tornare indietro per correggere tanti sbagli commessi...l'inizio dell'inferno terreno...un abbraccio a te ed Inco da Meme

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