RISERVATEZZA
Amava
farsi
Notare
…
Vivere nel nascondimento è la caratteristica di coloro che
amano il silenzio del cuore e l’umiltà.
Ma c’è chi ama decantare le sue virtù e
tutto ciò che fa. È quel « mettere in
piazza », come si suol dire, ogni cosa di sé, perché tutti sappiano il valore
delle sue opere che ritiene mirabili, eccezionali, uniche. È anche un modo per
attirare l’attenzione degli altri ed essere applaudito, considerato, esaltato.
« Eccomi, ci sono io, non distraetevi! ».
Ma quanta vanità! …
Nel seguente racconto, la vanità è proprio di casa.
Siamo in un pollaio. Voglio presentarti
coloro che lo abitano: un bel gallo arzillo che fa da sentinella, una giovane
gallina baldanzosa, due piccioni curiosi, una papera frizzantina e un’oca
bianca, molto saggia, data la sua tarda età. Correva una bella armonia tra di
loro. Insieme, consumavano i pasti e passavano le ore di libertà all’aperto da
ruspanti. Erano felici.
Ogni mattina il gallo annunziava il
risveglio del sole con il suo canto solenne: « Chicchirichì ! » e tutti si destavano
e rispondevano all’appello con il loro verso, salutando l’alba che
sorgeva: « Buongiorno ! ».
Poi la gallina iniziava a razzolare
contenta, i piccioni provavano il loro volo mattutino, la papera si avviava,
dondolandosi, verso una pozza d’acqua per un bagno e l’oca pronunziava, ad alta
voce, parole di saggezza, per dare un tono nuovo alla giornata.
Era un vivere tranquillo e sereno. Durò, però, non molto
tempo questo equilibrio, fino a quando la gallina fece il suo primo uovo.
Certo, era un avvenimento notevole: stupore, meraviglia, festa ma anche
principio di tanta confusione del pollaio. Il « Coccodè » annunciò l’evento e
si ripeteva più volte nelle ore del giorno. Iniziava già prima dell’alba e
terminava dopo il tramonto.
Da allora tutto cambiò … in peggio. Il gallo smarrì il
suo tempo: cantava fuori orario. Le colombe avevano indebolito il loro volo per
lo stordimento del sonno mancato. La papera perse il suo ritmo di bagno e l’oca
balbettava discorsi senza senso. Solo la gallina vanitosa continuava a fare
sfoggio del suo uovo fresco, senza interruzione, con il suo « Coccodè ». Amava
farsi notare ed essere udita soprattutto dalla sua padrona.
Un cupo velo di tristezza copriva tutto il pollaio. Si
era spento il canto del gallo e l’armonia non regnava più sovrana. Solo la
gallinella sprizzava contentezza con il suo verso che segnalava, ogni giorno,
la presenza di un nuovo uovo fresco e la contadina correva subito a prenderlo.
Ci teneva tanto alla sua bestiola, l’ammirava più delle altre, perché era fonte
di guadagno.
Il tempo, però, porta via con sé ogni cosa: tutto
passa e anche le uova … passano. Eppure la vanità va oltre e si spinge verso
l’assurdo. La gallina continuava ogni giorno, imperterrita, con il suo «
Coccodè », annunciando la presenza di un uovo che, però, … non c’era. La
padrona si affrettava a ritirarlo e, al non trovarlo, restava delusa.
Seguirono i giorni, uno dopo l’altro, tra « Coccodè »
e falsi allarmi fino a quando … prova tu ad immaginare come finì la gallina, la
quale, fino all’ultimo istante, provava ad attirare l’attenzione di chi la
metteva in pentola con il suo « Coccodè ».
Ho provato a leggere, nel comportamento degli animali
e delle cose che mi circondano, la sintonia con l’agire umano. Quante cose ho
imparato e quanti miei atteggiamenti ho corretto. Ora mi chiedo e ti chiedo:
non ho e non hai cercato, a volte, di catturare l’attenzione degli altri per
farci valere ?
Inco
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