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sabato 29 marzo 2014

Riservatezza





RISERVATEZZA

Amava farsi

Notare …

           

       Vivere nel nascondimento è la caratteristica di coloro che amano il silenzio del cuore e l’umiltà.

       Ma c’è chi ama decantare le sue virtù e tutto ciò che fa. È quel « mettere  in piazza », come si suol dire, ogni cosa di sé, perché tutti sappiano il valore delle sue opere che ritiene mirabili, eccezionali, uniche. È anche un modo per attirare l’attenzione degli altri ed essere applaudito, considerato, esaltato.




       « Eccomi, ci sono io, non distraetevi! ».

       Ma quanta vanità! …

Nel seguente racconto, la vanità è proprio di casa.

       Siamo in un pollaio. Voglio presentarti coloro che lo abitano: un bel gallo arzillo che fa da sentinella, una giovane gallina baldanzosa, due piccioni curiosi, una papera frizzantina e un’oca bianca, molto saggia, data la sua tarda età. Correva una bella armonia tra di loro. Insieme, consumavano i pasti e passavano le ore di libertà all’aperto da ruspanti. Erano felici.

       Ogni mattina il gallo annunziava il risveglio del sole con il suo canto solenne: « Chicchirichì ! » e tutti si destavano e rispondevano all’appello con il loro verso, salutando l’alba che sorgeva:  « Buongiorno ! ».

       Poi la gallina iniziava a razzolare contenta, i piccioni provavano il loro volo mattutino, la papera si avviava, dondolandosi, verso una pozza d’acqua per un bagno e l’oca pronunziava, ad alta voce, parole di saggezza, per dare un tono nuovo alla giornata.

Era un vivere tranquillo e sereno. Durò, però, non molto tempo questo equilibrio, fino a quando la gallina fece il suo primo uovo. Certo, era un avvenimento notevole: stupore, meraviglia, festa ma anche principio di tanta confusione del pollaio. Il « Coccodè » annunciò l’evento e si ripeteva più volte nelle ore del giorno. Iniziava già prima dell’alba e terminava dopo il tramonto.

Da allora tutto cambiò … in peggio. Il gallo smarrì il suo tempo: cantava fuori orario. Le colombe avevano indebolito il loro volo per lo stordimento del sonno mancato. La papera perse il suo ritmo di bagno e l’oca balbettava discorsi senza senso. Solo la gallina vanitosa continuava a fare sfoggio del suo uovo fresco, senza interruzione, con il suo « Coccodè ». Amava farsi notare ed essere udita soprattutto dalla sua padrona.

Un cupo velo di tristezza copriva tutto il pollaio. Si era spento il canto del gallo e l’armonia non regnava più sovrana. Solo la gallinella sprizzava contentezza con il suo verso che segnalava, ogni giorno, la presenza di un nuovo uovo fresco e la contadina correva subito a prenderlo. Ci teneva tanto alla sua bestiola, l’ammirava più delle altre, perché era fonte di guadagno.

Il tempo, però, porta via con sé ogni cosa: tutto passa e anche le uova … passano. Eppure la vanità va oltre e si spinge verso l’assurdo. La gallina continuava ogni giorno, imperterrita, con il suo « Coccodè », annunciando la presenza di un uovo che, però, … non c’era. La padrona si affrettava a ritirarlo e, al non trovarlo, restava delusa.

Seguirono i giorni, uno dopo l’altro, tra « Coccodè » e falsi allarmi fino a quando … prova tu ad immaginare come finì la gallina, la quale, fino all’ultimo istante, provava ad attirare l’attenzione di chi la metteva in pentola con il suo « Coccodè ».

Ho provato a leggere, nel comportamento degli animali e delle cose che mi circondano, la sintonia con l’agire umano. Quante cose ho imparato e quanti miei atteggiamenti ho corretto. Ora mi chiedo e ti chiedo: non ho e non hai cercato, a volte, di catturare l’attenzione degli altri per farci valere ?
 
 

                                                                                                        Inco

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