COLORI
colora i nostri momenti tristi …
Due misteri: la vita e la morte,
che ognuno di noi vive, nel suo quotidiano. Il dolore è il lento morire a se
stessi; la gioia è l’esperienza della vita.
Non si
possono scindere queste due verità, vanno vissute insieme: una nasconde il
mistero dell’altra.
In una giornata tiepida autunnale ho contemplato il cader delle foglie da un vecchio albero. Tante foglie secche, scosse dal vento, volteggiavano nell’aria e si posavano sul prato.
Ognuna di esse gemeva, raccontando la sua storia, apparentemente uguale a quella delle altre, ma erano state vissute in modo diverso. Io ascoltavo in silenzio. Ma una in particolare mi colpì più di tutte perché, stranamente, era simile alla mia: lo stesso vissuto, gli stessi pensieri e sentimenti …
“ Come mai mi conosci così bene ? “ le ho chiesto.
“ Io sono la tua immagine !“ mi ha risposto.
C’era un problema che mi assillava da tempo. Mi domandavo sempre che senso avesse la morte e che senso avesse vivere. Sentivo i discorsi della gente: giustificava la morte di una persona anziana, avendo ormai percorso la sua lunga strada, mentre non accettava la brevità di percorso di un giovane o di un bambino, morto prematuramente.
Perché ? La mia ragione si
arrovellava nel cercare risposte alle mille domande e non ne trovavo una giusta.
Allora
mi sono rivolta alla morte . “ Perché ? “.
Mi ha
guardato a lungo, ma non mi ha risposto. Ha ceduto la parola alla vita e questa
si è rivolta non alla mia ragione, bensì al mio cuore. Mi ha detto:
“Cerca
dentro di te e troverai “.
Ho
capito, d’un tratto, che la morte e la vita sono due realtà così intimamente
unite, camminano insieme, si completano e, oserei dire, si arricchiscono reciprocamente:
una è in funzione dell’altra.
Penso ai
bellissimi colori dell’autunno, al seme che muore nella terra per generare una creazione
nuova, moltiplicata nella spiga; penso anche alla mia foglia gialla che beve,
ora, le gocce di rugiada del cielo.
Forse
domani non la vedrò più.
Consumandosi lentamente alimenterà, la terra, e l’aiuterà a dar vigore al vecchio albero perché possa rifiorire
in primavera.
Continuo
a riflettere: la morte di ogni persona che muore genera in me dolore ma anche
l’attesa di una rinascita. Sapere che chi se ne va continua a vivere un modo
diverso, nel nostro intimo, e si alimenta di una rugiada celeste che bagna la
nostra sofferenza arida e, come l’autunno, colora i nostri momenti tristi con
richiami d’infinito e di eternità.
Non è questa una pura
illusione, ma il vivere le foglie secche come proposte di vita, che feconderanno
la terra in cui saranno macerate.
Inco
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