IL VERDETTO
Dopo
un processo, durato quasi tre anni, alla fine il cancelliere disse con voce
decisa: - L’imputato si alzi. La sentenza fu chiara e precisa: -
Considerate le prove testimoniali e la stessa confessione dell’imputato,
condanniamo il Sig. …. all’ergastolo per la rapina e l’uccisione della Sig.ra
…La sentenza va attuata con pena immediata nel carcere di …
Un
gelido silenzio cadde sui presenti, ben conoscendo il condannato, un professore
di liceo, sempre stimato da tutta la comunità che lo aveva accolto con grande
ammirazione per le sue attività di volontariato. Non riuscivano a convincersi
che quella persona, così educata e
sensibile, avesse potuto compiere un gesto così malsano e violento.
L’imputato
fu subito portato in cella d’isolamento e lasciato in solitudine per il tempo
di detenzione che, ormai, avrebbe distrutto onore e prospettive. Il professore
aveva 49 anni d una carriera stroncata per sempre.
Sua
sorella, una donna di discreta presenza, era però afflitta da un problema
gravissimo. Il figlio, di 13 anni, era nato down da una relazione con un
signore che, poi, saputo il fatto del figlio disabile, si era dileguato.
Il
professore rimase in carcere quasi 30 anni e, vittima di una brutta malattia,
morì un mese di maggio del ’54. Non lasciò molti ricordi, tranne un quaderno di
poesie personali e un fogliettino sul quale era scritto: nessuno dice di amare di più se
non chi da la vita per il propri amici. Si seppe dopo che lui non aveva
ucciso mai nessuno, né fatto rapina alcuna. Fu tutto fatto da sua sorella che,
disperata, aveva voluto ripagarsi del mal torto ricevuto dalla vita, rapinando
l’anziana signora, ricca, ma tragicamente uccisa da un colpo di pistola
occasionale. Suo fratello si era accusato, al posto suo, per amore di quella
donna che, oppressa dal dolore e dall’inganno, si era abbandonata a quel
fattaccio infausto. Ci chiediamo se il gesto del professore ha un suo spessore
morale, accusando se stesso per scagionare sua sorella. In fondo è stato
condannato un innocente, mentre la vera colpevole è rimasta a piede libero.
Giustizia umana.
Lorenzo
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