L’INTRUSO
È
ora di pranzo.
In
un ristorante mi viene servito un contorno fresco con aceto. Ma guarda che
sorpresa ! Vedo una foglia d’insalata che cammina, tremante, nel mio piatto. La
contemplo esterrefatta. Che sarà mai ? Riesce a scansare perfino le altre
foglie per farsi largo. Gira in tondo sul bordo fiorito della ceramica, senza
fermarsi mai.
- Aho ! – chiedo – chi c’è sotto
questo cappello verde che avanza senza soste ? Esci fuori, allo scoperto, che
ti veda in faccia!
S’affaccia
un bruco, ben pasciuto, verde come la foglia, il quale mi risponde con rispetto
e determinazione:
- Senza offesa, io sono il padrone
di casa : colto, distinto, perbene. E faccio “ clic “ perché mi piace fare “
clic “.
Ha
gli occhi lucidi, semiaperti, è brillo. Si è solo ubriacato d’aceto. Apre la
bocca e sbadiglia, poi ruzzola parole senza senso, sconnesse.
Mi
rivolgo al cameriere:
- Questo intruso, chi ce l’ha messo
? Non pretenderà mica che paghi l’intero conto per un allucinato che m’ha
risucchiato tutto il condimento !
- Non ha ragione, purtroppo, -
risponde l’altro . l’allucinato è incluso nel pranzo.
E
giù parole dure …
Intanto
la foglia d’insalata riprende a girare, nel piatto, ignara della lite accesa.
C’è chi crede che vi è sempre un
intruso, che viene a guastare la festa. A pensarci bene, però, questi è parte
integrante di un tutto, come realtà che costituisce … il sapore della vita.
Inco
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