PRIGIONIERO
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Così
ha parlato l’ex guardiano, mezzo cecato, d’una villa.
L’altro
ringhia e gli risponde tutto acceso:
- M’hanno arruolato per montar la
guardia al posto tuo, che non ci vedi, a questa caserma di casa, con famiglia
numerosa. Il giorno che c’è stato il furto, due tipi strani han confessato che
rubavano arance e l’hanno arrestati. Sarà vero ?
Ed
io son costretto, ora, a girare intorno agli alberi d’arance, nel giardino,
abbaiando più forte che possono permettermi i miei polmoni. Sono sempre pronto
a far paura, dico, non ai ladri, ma ai padroni. Come sento che aprono la porta
di casa per uscire, accorro subito e abbaio forte per proteggerli. Sono così
devoto !
E
loro, invece, come mi vedono, scappano e si richiudono dentro di corsa,
spaventati. Io non so perché, eppure ho trovato qui la pace mia, ma la famiglia
forse no. Mi pare d’essere così dolce e pur gentile. Ogni mattina, porto sulla
soglia dell’ingresso un’arancia che raccolgo, con amore, nell’aranceto, per
rispetto e affezione a questi padroni miei.
A volte, diventiamo prigionieri
delle nostre stesse difese che ci scegliamo per proteggerci.
Inco
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