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sabato 16 maggio 2015

Grani di sale - Imbroglio



IMBROGLIO

Si racconta che in un paesino c’erano certi invalidi, per finta, che avevano occupato un campo frequentato da tanta gente.

Gli avevano dato perfino un nome: “Gambemozze”. Avevano poi scavato tante buche per infilarci dentro le gambe e far credere ai passanti che erano mutilati. Rimanevano immobili così, dall’alba al tramonto, gridando  “pietà”. Accompagnavano l’implorazione con storie strappalacrime, racconti disgraziati che facevano pena più per le invenzioni che per il contenuto. E la gente, ingenua, si fermava, ascoltava e, commossa, confortava, lasciando qualche soldo nei cappelli dei falsi mendicanti. Povera gente che non sapeva d’essere vittima di imbrogli e raggiri !

Quel campo, però, era anche dominio di corvi e cornacchie che alloggiavano su un vecchio albero, posto nel mezzo. E chissà perché non avevano simpatia per quei cialtroni: loro si sentivano onesti, a confronto.

Un giorno disturbarono una guardia con schiamazzi, per trascinarla in quel posto.

- Ora vi sparo, se non smettete !  - diceva l’uomo infastidito e li inseguì  all’ abitazione.

Successe il panico. Stupidamente uno dei furfanti, impaurito, fischiò per dar segnale ai compagni. In un battibaleno, questi scattarono come molle dai loro buchi e scapparono. Correvano, e correvano così tanto che parevano razzi, con le gambe risuscitate.



Dove inizia la verità e dove finisce la menzogna? C’è da credere che diventa, forse, un lavoro imbrogliar la gente? Per certuni, sì.

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