DISTRAZIONE
Era un uomo
colto, patito per la lettura e fissato, ma tanto fissato, da estraniarsi da
tutto e tutti.
Un giorno comprò
un cartoccio di acciughe insieme ad un grosso libro. Ripose il cartoccio sul
tavolino da studio. Avrebbe pensato dopo a preparare un bel pranzetto e intanto
si tuffò con tutto se stesso in quel testo agognato. Camminava in tondo,
fermandosi ogni tanto per apostrofare un pensiero, mentre quelle povere alici
stavano ad aspettare il loro turno e il tempo passava. Sembravano vive e
curiose, con quei loro occhi aperti, che guardavano fissi in un punto.
Cercavano di
attirare l’attenzione del lettore:
- Ehi,
buon uomo, ci vedi ? Che intenzione hai?
Che ne sarà di noi ? Dove e come
finiremo ?
Nessuna
risposta.
Eppure, eccone
una abbastanza originale. L’uomo, distrattamente, usò quelle acciughe come
segnalibro.
Si udivano
lamenti infelici:
-
Che
brutta fine ! Ma guarda cosa ci è toccato:
schiacciate tra questi fogli di carta !
Sognavamo una conclusione gloriosa: una squisita frittura, in abbondante olio
profumato, così, giusto per onorare la tavola ed essere gustate da invitati
illustri che avrebbero esaltato il nostro sapore. Noi, pesce di prima scelta e
qualità ! Invece non c’è peggior disgrazia che l’essere capitate nelle mani
insensibili di questo deconcentrato.
E questi, al
termine della lettura, cercò il suo cartoccio. Il pesce non c’era più e non si
accorse nemmeno della sua fine.
Quanti brutti scherzi gioca all’uomo la distrazione
!
Inco