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sabato 30 agosto 2014

Vademecum - Non ti scordar di me


NON TI SCORDAR DI ME

« … è il simbolo del ricordo »


« Chi sei tu che mi passi accanto, distrattamente, mentre sei tutta intenta a seguire il volo di una farfalla spensierata, nel prato verde ?».
« Oh, scusami fiorellino azzurro, sei così piccolo che neanche ti ho visto. Dài, parlami di te, mi rende lieta fare la tua conoscenza ».
Allora il fiore, con tono carico di dolcezza, mi confida: « Appartengo ad una pianta erbacea, cespugliosa, con numerosi fiori piccoli e azzurri, come il cielo, riuniti in infiorescenza. Con i miei fratellini cerchiamo spazi ombrosi, tra le rocce, per attecchire e fiorire, ma ci adattiamo anche a tutti i terreni: siamo molto comunicativi.
Il mio nome, Non ti scordar di me, nasconde un profondo significato: è il simbolo del ricordo.

giovedì 28 agosto 2014

Pensiero del giorno - 28 agosto 2014





mercoledì 27 agosto 2014

Definizioni - Comprensione

In uno degli antichissimi racconti della storia dell’umanità ricordo l’episodio di un progetto che fu quello di costruire una torre altissima, che raggiungesse il cielo per svuotarlo di ogni divinità. Veniva descritta la nostra razza umana come un gruppo, molto vasto, di uomini che avevano lo stesso linguaggio. Questo li portò a maturare un progetto che risultò, nello svolgimento, nefasto perché il loro intento di raggiungere il cielo, si trasformò in una generale confusione di lingue, per cui non solo quel disegno andò fallito, ma comportò anche la separazione degli uomini che non si capirono più, creandosi nuovi modi di parlare e tanta incomprensione.


Fui colpito da questo racconto che aveva il nome di Torre di Babele, in cui nacque la disarmonia universale delle lingue: ricchezza per il gruppo, ma allontanamento degli individui che persero la loro forma di comprensione. Mi chiesi se quella varietà di lingue fosse stata la vera ragione di tanta disarmonia. Ho capito che a questa fantasia storica soggiaceva una ragione ben più profonda e nascosta: quegli uomini cambiarono linguaggio perché la loro lingua perse il suo valore di comprensione  per diventare strumento di aggressione. La comprensione invece  può essere definita: la forza che è originata dalla comunione. L’umanità portava, dentro di sé, la separazione, e anche se il progetto era unitario, le volontà di realizzarlo nei modi, tempi e forme, erano avverse.
Comprendere non si identifica a capire, ma è accogliere, aprire dentro di sé il varco che rende presente e vivo l’altro. Non si comprenderà mai nessuno se non si è disposti a perdere una costola, come viene descritto in antichi oracoli, che spiegano la creazione del prossimo – donna,  come prodotto elaborato di una costola, sottratta all’uomo.
Nessuno di noi è disposto alla rinuncia di essere privato di un qualcosa che ci costituisce. Così nascono i vari linguaggi, razze, ragionamenti, religioni, società, come un lento processo di allontanamento degli uomini che amano non fondersi, ma separarsi, non accomunarsi ma distinguersi. E se per caso accade qualche fusione, una parte deve primeggiare sull’altra oppure nascono dei vincoli di dipendenza o proprietà, come sono quelli di uomini partoriti da altri e che chiamiamo figli. Eppure tutto ci invita a comprenderci, a unirci, a fonderci in una comunione dalla quale possono nascere progetti condivisi. Ma questo non accade perché è sparita dall’uomo quella forza che unisce, e di conseguenza sta lentamente sparendo la comprensione tra gli esseri umani.
La comprensione non può neanche confondersi o identificarsi alla pura condivisione, che comporta sempre un dividere. È pur vero che questo ci avvicina alla comprensione, ma essa è molto di più che una condivisione: è partecipazione che porta alla comunione. Condividere qualsiasi cosa è farne uso comune, ma non è mai appartenenza, appropriazione perché si rimane sempre, nella migliore delle situazioni, all’uso comune di un bene, che però resta estraneo a chi lo utilizza.
La vera comprensione è fusione, identificazione, che va oltre ogni naturale appartenenza. Comprenderemo il nostro prossimo solo quando diventiamo  una sola cosa, e questo ci porta a vivere un’unità superiore in cui si è veramente trasfigurati nell’altro, senza però perdere la propria identità. Come ciò possa essere possibile è solo faccenda di esperienza personale, in cui interviene un elemento di fondamentale importanza, molto legato all’empatia: è l’amore, non in quanto puro sentimento, ma come forza di identificazione, mediante la quale ci si apre all’altro in una comunione di vita. Comprendere, quindi, non è solo un fatto di conoscenza pura e semplice, ma è un convivere la stessa realtà in una identità di esperienza. Sono tante, in tal senso, le conoscenze interpersonali, ma pochissime le «comprensioni» interpersonali. Sta sparendo l’amore vero che è coinvolgimento mentre ci stiamo incamminando, sempre di più, sulla strada della pura conoscenza, che rende gli uomini distanti, anche se apparentemente consapevoli di aspetti dell’altro. 
Forse il suggerimento più significativo ci viene da questa bambina che sembra non voler vedere le brutture della vita. Nel buio di tante situazioni non dimentichiamo mai che viviamo immersi in un mare nel quale rischiamo di essere semplici ombre.

                                                                Lorenzo

Ermeneutica - Ovvero l'arte di interpretare la complessità in modo semplice e chiaro


ERMENEUTICA
Ovvero l’arte di interpretare la complessità in modo semplice e chiaro. 

 

 
 
 Solo la gallina vanitosa continuava a fare sfoggio del suo uovo fresco, senza interruzione con il suo "Coccodè".
Amava farsi notare ed essere udita soprattutto dalla sua padrona.
(dal testo "Riservatezza")
 
 
 
 
 
Nelle «Parole semplici» o in «Vademecum» ci troviamo davanti a descrizioni fantasiose e, quasi sempre, vergate con fraseggio da favola. Ma dentro tali composizioni ci sono traduzioni simboliche e significative di ciò che si argomenta, coinvolgendo,  nella trascrizione, elementi originali, quasi tutti rifacendosi a un dialogo con il reale.
Questo è un modo di affiancare il lettore con uno stile che sa di fantasia, semplice e fresco, proprio come si  può incontrare nei grandi autori come Esopo che narra, nelle sue fiabe, aspetti che nel reale appaiono aspetti della vita pratica che possono essere letti come la traduzione di atteggiamenti umani, con un riflesso di morale o immagini pure.
Tutto è caratterizzato da una profonda conoscenza di ciò che ci circonda, rivelato agli occhi che sanno vedere gli aspetti nascosti e simbolici di tutto quello che ci circonda. Non tragga in inganno, dunque, lo stile semplice o talvolta imitativo che caratterizzarono anche gli scritti di Fedro e Aviano.
Nelle tavole descritte in tali rubriche c’è tutta la sapienza di chi legge il creato con cuore semplice e affettuoso.
 
                                                                                                  Lorenzo

martedì 26 agosto 2014

Pensiero del giorno - 26 agosto 2014


lunedì 25 agosto 2014

Pensiero del giorno - 25 agosto 2014


domenica 24 agosto 2014

Pensiero del giorno - 24 agosto 2014


Pensiero del giorno - 23 agosto 2014


venerdì 22 agosto 2014

Pensiero del giorno - 22 agosto 2014


giovedì 21 agosto 2014

Pensiero del giorno - 21 agosto 2014


mercoledì 20 agosto 2014

Vademecum - Crisantemo giapponese



CRISANTEMO

« … virtu’ della felicita’

di cui siamo il simbolo »

 
Oggi è il compleanno di una mia cara amica, molto malata ed ho pensato, appena sorto il sole, di passare dalla fioraia per comprare delle rose. Sono i fiori che preferisco più degli altri, ma mi sento dire: « Non sono ancora arrivati ! Sei venuta troppo presto ».

Pensiero del giorno - 20 agosto 2014


martedì 19 agosto 2014

Pensiero del giorno - 19 agosto 2014


lunedì 18 agosto 2014

Pensiero del giorno - 18 agosto 2014


sabato 16 agosto 2014

Povertà




POVERTA’

   … « assumo
         la tua forma »

 

La povertà prepara un’attesa: attesa di luce nel tuo buio. Per questo esige uno svuotamento interiore continuo.
Allora, vuota, ogni sera, la tua anfora che è l’immagine del tuo cuore e riempila, agli albori del nuovo giorno, di cose piccole e semplici: cose nuove.
Avverrà così l’incontro stupendo della tua umanità con l’immensità, del tuo essere niente con la pienezza dei doni del cielo. 

lunedì 11 agosto 2014

Vademecum - Iris


 
IRIS

 

CHIAMATO A SIMBOLEGGIARE

LA MEDIAZIONE



Era giunta l’estate e il sole non esitava ad infuocare l’aria e la terra, favorendo lo sbocciare dei fiori di quella stagione.
Voglio presentarti un fiore, l’iris che, di solito, preferisce vivere in un luogo ben soleggiato, come sua esigenza colturale.
Iris è un nome greco che significa arcobaleno. Il suo appellativo, infatti, dipende proprio dalla molteplicità dei suoi colori che si abbinano in modo meraviglioso.

Vuoi sapere cosa accadde, un giorno, in un giardino ?

sabato 9 agosto 2014

Immolare




IMMOLARE


… coniuga nella nostra vita

il verbo immolare

 
Una bellissima e significativa storia di Leonardo da Vinci mi inoltra nel sentiero delle mie « Parole semplici », per raggiungere, ancora una volta, l’uomo nel suo essere « dentro »: il suo stato interiore e l’esperienza concreta di fatti vissuti, come la pietra focaia percossa dall’acciarino.
In tal modo, siamo colpiti dagli eventi della nostra vita. In questa realtà dolorosa si nascondono, però, cose stupende che scopriamo solo dopo i loro vari passaggi.
 

Tanti auguri Inco!


martedì 5 agosto 2014

Vademecum - Papavero



PAPAVERO

 

« Sono il simbolo
della consolazione »
 
 
 
 
      Giugno: è arrivata l’estate con il suo sole cocente che fa maturare i frutti.
Nei campi estesi e soleggiati, le bionde spighe, ritte sui loro lunghi steli, sono già piene di chicchi, pronti per essere macinati. Ogni sera, nell’ora del tramonto, assisto al meraviglioso spettacolo del loro ondeggiare: il vento, con il suo soffio le culla dolcemente cantando la sua canzone.
Ed esse emettono dei suoni che diventano parole cariche di poesia che si mescolano a quelle dei tanti papaveri. Tutta la grande distesa si abbellisce di armonie ed emergono tanti puntini rossi che si fondono con il grano, dando alle spighe un tocco di varia melodia e riposo.
Mi lascio catturare da uno di loro, più intraprendente degli altri. Ha una storia da raccontarmi. Mi chino verso di lui e ascolto ciò che mi dice nel segreto. Non ama farsi udire dagli altri. 
« Sono il simbolo della consolazione e te ne voglio dare atto. Qualche giorno fa c’è stata una grandinata. Che spavento ! Non sapevamo come ripararci. Una gelida pallina di ghiaccio insensibile ha colpito a morte lo strumento musicale di un povero grillo, mentre lo accordava per utilizzarlo nel suo concerto notturno. Questi era desolato e se ne stava aggrappato al mio stelo, impaurito e impietrito. Il dolore lo aveva colto di sorpresa e aveva perso la parola.
Non rattristarti, mio piccolo amico – gli ho detto – vedi il cuore del mio fiore a forma di tamburello ? Fanne un tuo strumento per accompagnare il tuo canto ! La mia idea geniale gli ridiede vita.
Provò il suo nuovo strumento ed ora, con gioia, lo vedo ogni notte al suo posto di lavoro che suona sorridente, battendo il tamburello con due dei miei stami, usandoli come bacchette. È felice.
Nel mio cuore ha trovato la consolazione .
È proprio vero che, per dare un sorriso a chi è nel pianto, bisogna saper perdere qualcosa, cui teniamo tanto.
A proposito, voglio invitarti questa notte ad assistere al concerto dei grilli canterini e al grazioso ballo dei papaveri rossi, che ondeggiano timidamente, confusi in mezzo al grano ».
                                                                  Inco
 
 

sabato 2 agosto 2014

Passi




 
 
 
PASSI

… una mano pietosa

che ti raddrizza

 
       « La tartaruga
Mentre, una notte, se n’annava a spasso,
la vecchia Tartaruga fece er passo
più lungo de la gamba e cascò giù
co’ la casa vortata sottoinsù.
Un Rospo je trillò: - Scema che sei!
Queste so’ scappatelle
che costeno la pelle…
-         Lo so: - rispose lei -
ma prima de morì vedo le stelle». (Trilussa)
 
Quante volte diciamo, a chi, dopo aver compiuto volutamente scelte sbagliate: «Ti sta bene! Hai fatto il passo più lungo della tua gamba ».