LA MATITA BICOLORE
Ciò che resta,
nella mia memoria, è il ricordo di quella grossa matita che segnava,
inesorabilmente, gli errori più o meno gravi in rapporto al colore adoperato:
rosso per il leggeri, blu per i gravi.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgvylsC_uNujEeO68yLb5w0jLMs5DdYMMMNfzlGJaBmRaTICsDR08HWuj_-G9MYP-WSO1BCkg6D4-WxicFNey2c0TXjU5FoGgvJq7tB8SS5Qk9ygwUdE5283Wm79j_TcxmIjlvnVpy/s320/matita_rossoblu.png)
È vero, quella
matita si sentiva importante, sia per il suo uso bellico che per quello
pacifico. Vantava anche la sua originalità: era bicolore.
Io leggevo in
essa tutta la sua ironia, il modo di far valere il suo ingegno, la sua quotata
intelligenza e bravura. Poveri fogli, condannati ad essere tante volte umiliati
e bistrattati ! Felici, invece, quelli premiati con bellissimi voti e lodi.
Avevo fatto
l’esperienza di quella fatidica matita colorata. Era entrata nella mia vita
senza volerlo. Ha percorso la mia strada in quegli anni di studio: anni belli,
brutti ma preziosi, per la mia crescita umana e culturale. Mi sentivo
accompagnata, ogni giorno, posta a continuo giudizio, però, mi appassionavano
tanto quei due colori, così ben evidenziati.
Quante volte si giudicano gli altri in base alla
spinta che colora il nostro orizzonte, con i toni dell’approvazione o della
condanna.
Inco
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