VANTERIA
… e c’era un
pescecane che ascoltava, a bocca aperta, la filastrocca d’un pesce piccolo, ma
tanto piccolo da far ridere i polli.
Declamava, tutto
impettito a squarciagola, con una voce che s’udiva appena tanto era fioca:
- In
questo Oceano, che sembra per me una catinella, io vivo non tanto felice. Sono
un pesce grosso e l’abitacolo è ridotto.
Che dico ? M’
accontento. Dove passo io tutti scappano spaventati per il mio fisico
imponente, s’intende. Però, mi ritengo fortunato d’essere robusto, per mia
difesa personale. Non si sa mai.
Venite, su,
guardatemi ! Dove correte ? Son qua: bello, intelligente e creativo. Io sono un
pesce grosso che non ha paura di niente, nemmeno dello squalo che terrorizza i
mari. Cos’è a mio confronto ? Ben poca cosa, robetta insignificante. Me lo
mangio in un boccone. È un poveraccio che si crede d’esser forte e terribile.
Io mi vanto, invece, d’essere un duro, vigoroso e prosperoso.
Ma, d’improvviso, si intravede la pinna dello squalo che avanza
a perdifiato, e s’ode, poi, una vocina fievole che si chiede:
- Aiuto
! Che succede ? Dove sono ? Perché tremo ? Io sono un pesce grosso …
E il pesce
piccolo, così piccolo, solo tardi s’accorge d’essere stato rapito e la sua voce
si spegne nelle fauci di quel mostro.
Brutta cosa la presunzione !
È bene non vantarsi mai di ciò che non si è o che si
crede di essere. Dietro l’angolo potrebbe attenderti uno più forte di te. E
allora ?
Inco
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