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lunedì 24 agosto 2015

Vanteria

VANTERIA

… e c’era un pescecane che ascoltava, a bocca aperta, la filastrocca d’un pesce piccolo, ma tanto piccolo da far ridere i polli.

Declamava, tutto impettito a squarciagola, con una voce che s’udiva appena tanto era fioca:
-   In questo Oceano, che sembra per me una catinella, io vivo non tanto felice. Sono un pesce grosso e l’abitacolo è ridotto.
Che dico ? M’ accontento. Dove passo io tutti scappano spaventati per il mio fisico imponente, s’intende. Però, mi ritengo fortunato d’essere robusto, per mia difesa personale. Non si sa mai.
Venite, su, guardatemi ! Dove correte ? Son qua: bello, intelligente e creativo. Io sono un pesce grosso che non ha paura di niente, nemmeno dello squalo che terrorizza i mari. Cos’è a mio confronto ? Ben poca cosa, robetta insignificante. Me lo mangio in un boccone. È un poveraccio che si crede d’esser forte e terribile. Io mi vanto, invece, d’essere un duro, vigoroso e prosperoso.
Ma, d’improvviso,  si intravede la pinna dello squalo che avanza a perdifiato, e s’ode, poi, una vocina fievole che si chiede:
-   Aiuto ! Che succede ? Dove sono ? Perché tremo ? Io sono un pesce grosso  …
E il pesce piccolo, così piccolo, solo tardi s’accorge d’essere stato rapito e la sua voce si spegne nelle fauci di quel mostro.

Brutta cosa la presunzione !

È bene non vantarsi mai di ciò che non si è o che si crede di essere. Dietro l’angolo potrebbe attenderti uno più forte di te. E allora ?
                                              Inco

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