LEGGE D’AMORE
C’è una piccola polla d’acqua, nell'incavo di un
vecchio tronco d’albero. È coperta dall'ombra delle sue foglie che la riparano dal sole cocente. Trattiene in sé i riflessi dell’azzurro del cielo, in cui si
specchia una curiosa nuvola merlettata.
Mamma rana l’ha adocchiata, per
portare in salvo i suoi piccoli e per mettere loro di sopravvivere. Lo stagno
ormai s’è quasi prosciugato e la vita delle rane è in pericolo. Inizia a
caricare sul suo dorso il primo girino e, con gran fatica, lo trasporta su per
quel tronco robusto e lo depone in quell'acqua benefica. Poi va a prendere il
secondo e dopo il terzo. Così i suoi nati sono al sicuro.
Li osserva con gioia mentre
nuotano, ma anche con immenso dolore, pensando che non li rivedrà mai più.
Intanto immagina di vederli già cresciuti, trasformati in minuscole
ranocchiette che, un giorno, spiccheranno il salto, alla ricerca di uno stagno
in cui trascorrere la vita nuova, adulta.
Con immensa tenerezza si rivolge
ad essi:
- Piccoli
miei, mi raccomando di comportarvi bene
e di fare attenzioni a voi stessi. Siate uniti e non cercate mai motivi
di separazione.
Si ferma ancora a guardarli e
comprende che non sono ora in grado di comprendere le leggi della vita. È
certa, però, che essa resterà nel loro cuore per sempre, come unica e suprema
legge d’amore.
Dare
la vita agli altri è restare poi, per sempre, nel loro cuore, come segno d’amore
incancellabile.
Inco
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