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sabato 19 luglio 2014

Stupore




STUPORE

E’ importante diventare

piccoli …


Lo stupore appartiene ai bambini: si meravigliano di tutto, delle cose più semplici che noi, adulti, banalizziamo.
Stranamente, sono loro che raggiungono la profondità delle realtà concrete che vedono e odono, che odorano, gustano e toccano. Noi restiamo in superficie, passiamo oltre senza fermarci. Diciamo di essere troppo grandi e seri.
Ecco cosa accadde in un giorno particolare di festa paesana, guardando … 



La mia storia è rinchiusa in un palloncino che è stato liberato nell’aria, per volare insieme a tanti altri.
Avevo messo, dentro di esso, prima di essere gonfiato, una letterina che raccontava un ritaglio di storia di una persona di cui avevo sentito parlare. Lei stessa me l’ha consegnata.
Dopo che fu lanciato il palloncino, mi sono fermata a contemplarlo, mentre saliva su, verso il cielo azzurro. Che meraviglia vederlo dondolarsi festosamente con gli altri, appesi a quel filo che li teneva legati! Com’ erano belli ! Ero felice. Spiavo solo il momento in cui, avvicinandosi troppo al sole, avrebbero incominciato a scoppiare a intervalli.
Tenevo d’occhio il mio e fu il primo ad essere colpito dai raggi solari. La missiva raggiunse il suolo e si posò ai piedi di un uomo disabile, seduto sulla sedia a rotelle, affranto e spento. Egli raccolse il foglio e lesse il messaggio:
                                            « Mio caro amico, 
voglio lasciar cadere nel tuo cuore queste mie parole. Il dolore le ha  trasformate: mi sento vivo! Una disgrazia mi ha obbligato a dipendere da una sedia a rotelle. Ti dico subito cosa mi è accaduto.
Per un  po’ di anni ho finto di essere disabile: mi facevano gola i soldi. Tutto filava liscio fino a quando non si misero a fare i controlli per stanare i furfanti come me. Mi sentivo braccato. Che fare ?
Un amico mi consigliò di andare a Lourdes, fingendo di ottenere un miracolo di guarigione. Così feci. Nel momento ottimale in cui tanta gente si era radunata per pregare, balzai di colpo dalla sedia, gridando, con le braccia alzate, e con tutto il fiato dei miei polmoni: Miracolo! Miracolo! Cammino! Feci qualche passo ma non vidi uno scalino bagnato. Scivolai, cadendo all’indietro e battendo violentemente la schiena. Non era certo quello il miracolo che aspettavo …
Rimasi paralizzato. Ero in preda al panico, disperato. Un giorno guardando per caso verso la finestra dell’ospedale, dove giacevo sul letto, immobile, scorsi dei palloncini che  volavano. Ho provato allora una gioia così grande come quella di un bimbo divertito. All’improvviso ho visto scomparire ciò che mi tormentava. La sedia a rotelle, mi stava diventando amica. Sembrava dirmi: - Io non ti abbandonerò mai, ti sarò compagna inseparabile –

Ho incominciato a sorridere ad una vita nuova che, ora si apriva davanti a me e mi donava coraggio e fiducia. Senza volerlo ho ottenuto un’altra guarigione, la più vera, che mi ha reso diverso. Sì, il dolore, facendomi più uomo, mi ha condotto vicino a te, amico mio, per farti dono della mia amicizia. Voglio mescolare, nei tuoi istanti di paura, la mia forza; nelle tue sconfitte, la mia vittoria; nei tuoi silenzi, le mie parole sommesse; nella tua disperazione, la mia speranza. Non arrenderti mai ! Va’ avanti con coraggio! Io sarò sempre vicino a te quando mi chiamerai. 
                                                                   Tuo amico»

È importante diventare piccoli per entrare nella gioia del cuore e trasmetterla agli altri, nel segreto, senza conoscere l’effetto che produce.
Io posso attestare che quel povero uomo disperato ritrovò la forza di vivere. Dopo aver letto quelle parole, poggiò la lettera sul suo cuore e pianse di emozione per la speranza sbocciata.
Levò poi lo sguardo al cielo e, con stupore, notò due palloncini che si erano attardati nella corsa verso il sole e sorrise, mentre la gioia  riempiva il suo cuore di felicità.

                                                                                                                    Inco

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