ESPRESSIONE
« Daremo tutto,
senza badare se il
fuoco
ci consuma … »
Ecco
un’espressione molto bella che, ognuno di noi, può realizzare nella sua
esistenza in modo semplice: chi non arde non vive.
Com’è generosa
la fiamma di un amore che consuma la sua vita, per gli altri.
Mi ha fatto
tanto riflettere la seguente storia, mentre la scrivevo, nata unicamente dalla
mia fantasia, ma che può concretizzarsi nel nostro donarci al prossimo.
« A cosa servo,
ormai ? Mi sono ridotto ad essere un cero inutile che non può essere più
riacceso: manca la miccia.
Un tempo mi
utilizzavano, nei giorni di festa, ed
ero fiero di me stesso, vantando le mie qualità. Ero ammirato per il mio bagliore persistente
e il mio calore. Mi consumavo dentro, illuminandomi, per poi riflettere fuori
la mia luce. Era impareggiabile la mia bellezza e la mia brillantezza rispetto
a tanti altri ceri di scarso valore e luminosità.
Ma ora non ho
nemmeno lo stoppino che mi anima: ogni volta me lo tagliavano fino a farlo
sparire. Sono così inutile, solo un vecchio pezzo di cera senza senso, senza
vita. Una farfalla
notturna, una falena, pocanzi mi è volata intorno facendomi le boccacce per
dispetto. Finalmente si era liberata del pericolo di bruciarsi le ali quando,
nelle ebbrezze dei suoi voli, mi veniva contro tremando di paura. Poverina!
Aveva ragione.
E così passo il
mio tempo nello sconforto e nel buio ».
« Non ti
angustiare, piccolo lume di cera ! Mi è venuta un’idea fantasiosa ».
È un pezzo di
filo grosso, trovatosi li per caso, che tenta di consolare il moccolo.
« Il tuo dolore
scioglierà la tua cera ed io mi rotolerò in essa e ti trasformerai in una
graziosa candela. Io diventerò il tuo stoppino e tu sarai la mia cera. Insieme
bruceremo, donando tutto il nostro calore e il nostro chiarore. Daremo tutto
senza badare se il fuoco ci consuma a poco a poco, riducendo tutto, fino a
morire. Ma saremo felici per quanto avremo donato».
L’umile candela
fu utilizzata non più per le grandi feste, come avveniva un tempo quando era un
bel cero, ma per far luce vicino al lettino di un bimbo malato, che aveva paura
del buio. Quella flebile luce lo rassicurava, lo rincuorava e gli donava gioia.
E fu così che,
la piccola candela, con il suo stoppino, lo accompagnò fino alla sua guarigione
e poi si spense, diventando espressione di bene.
Io guardo e
penso. Trema la fiammella, la cera cola e lo stoppino fuma.
Inco
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