Pages

sabato 12 luglio 2014

Felicità





FELICITÀ

possono diventare

scintille di felicità…


« Le piccole cose hanno l’aria di nulla, ma danno la gioia. Sono come i fiori del campo. Li crediamo senza profumo e tutti insieme imbalsamano l’aria» (G. Bernanos).
Solo i poveri conoscono la piccolezza delle cose e sanno scoprire la loro grandezza anche negli oggetti di scarso valore o di scarto, trovando in essi motivo di letizia.


Mi ha tanto colpito un fatto di cronaca, una settimana fa, guardando il telegiornale. In India, dei ragazzini frugavano tra i rifiuti, con le loro piccole mani, in cerca di qualcosa da mangiare insieme a minuti pezzi di ferro, smerciati poi da padroni sfruttatori. Li chiamano «i bambini spazzatura».
Provo a colorare questa cruda realtà con immagini suggestive della natura.
Non sono ancora fuggite le ombre della notte e già s’odono rombi di motore che  spezzano il silenzio, facendo vibrare l’aria con il loro rumore assordante. Perfino la luna sembra disturbata. Avanzano quei mezzi pesanti con i loro musi neri, fumosi, carichi di letame e lo versano nelle discariche.
Poi ritorna la quiete e … vedo come tuffarsi in quell’immondezzaio tanti puntini scuri che celano persone, ma non identificabili per la nebulosità.
Intanto spunta l’alba nella campagna. Un tiepido calore dirada lentamente la nebbia e rende visibile la presenza del sole nel deposito di rifiuti. Anche quei molteplici puntini diventano mani di bimbi che frugano, velocemente, tra quelli scarti, avanzi di cibo che sono stati gettati via dalle mense opulente dei ricchi, mescolati a oggetti metallici.
Sono i piccoli operai che i padroni utilizzano per i loro interessi. Si tratta di bambini che hanno perso la loro infanzia, mercificata dagli adulti e scaraventata in quel posto lercio.
Quanta fatica velata dietro quegli sguardi spenti e tristi! Quanto buio in fragili vite, prive di orizzonti!  Solo il sole adorna di luce quel quadro misero e infelice e accarezza, con i suoi raggi benefici, quelle manine instancabili.
D’un tratto vedo risalire da quel montarozzo di immondizia un ragazzino con una  buccia di banana sulla testa, a caschetto. Si è fatto un cappellino per ripararsi dai raggi solari. Ha gli occhi ridenti e un sorriso pieno, stampato sulle labbra.
Mi chiedo come si può essere felici per così poco. Questo bimbo lo è, tanto più che, ogni giorno, sognerà di tornare in quel pattume per trovare altre bucce di banane e farsi un cappellino nuovo.

Anche gli scarti possono diventare un segno di gioia. Rifletto sui nostri resti interiori come le imperfezioni, i vuoti, le delusioni, i fallimenti …
Se sappiamo vederli alla luce del  bene, si trasformano in scintille di felicità, nel nostro cuore.

                                                                        Inco

0 commenti:

Posta un commento