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sabato 10 maggio 2014

Riscatto




RISCATTO
 
… il suo pianto divenne

una pioggerella
 

C’è chi sciupa il suo tempo a gonfiarsi di pregi che non ha e a deridere gli altri, ritenendoli poco di buono, incapaci.

Pensano di muovere il cielo con un dito:

« Largo, arrivo io! », e credono che tutto sia merito loro se tanti problemi si risolvono.

Vanno avanti e dietro, su e giù, agitandosi e pavoneggiandosi. Amano la loro presenza,  si autoesaltano.

Che boria! Che spocchia! Quanta altezzosità!



È la storia di una piccola nuvola bianca, grande quanto un fazzoletto, che si lascia trasportare qua e là dal vento, oziando tutto il giorno.

Corre con baldanza, più o meno velocemente, secondo la forza del soffio della corrente. È certa di dominare il mondo di quaggiù e quello di lassù.

Le piace vestirsi con i colori del cielo nei suoi vari momenti: arancione all’aurora, giallo all’alba e rosso al tramonto. Nella notte poi, la si vede indossare una veste oscura, puntellata di riflessi di luce argentata, che proviene dalle stelle.

Vanta tanto la sua bellezza e capacità di fare perfino ombra al sole, nonostante la sua piccolezza, e deride la luna: « Come sei insignificante, eppure dicono che sei immensa ! ».La tua vita è così monotona e triste. Ami rispecchiarti nei pozzi durante le notti e nelle pozzanghere tenebrose.

Io, invece, preferisco donare un tocco di eleganza e di colore alla volta celeste ».

« È vero », rispose la terra in difesa dell’astro lunare « ma tu, per esempio, non sai donare la pioggia che disseta, perché non vuoi perdere la tua scarsa acqua né indichi la via al viandante nella notte buia, perché sei priva di luce. Rubi i colori al sole, per adornarti, e ti fai trastullare dal vento, per muovere i passi ».

Un tuono annuncia, all’improvviso, una tempesta ed ecco avanzare una nuvola nera che s’ingrossa sempre più.

« O Dio! Che succede ? Dove corri, brutto mostro? Dove vai, ci sono io! Aiuto! » grida la nuvoletta altera, mentre viene assorbita da quel gigante oscuro, che scatena fulmini e saette. È il finimondo. Una pioggia torrenziale viene giù con impeto e bagna la terra. Ma è acqua benefica, ristoratrice, tanto attesa e desiderata. Dopo alcune ore, l’enorme nuvola si ritira.

Un po’ sbattuta e frastornata riappare la nuvola bianca, ma l’attende un fenomeno sconvolgente.

Vede, con terrore, la luna dirigersi verso il sole e interporsi tra questi e la terra. Per un momento tutto piomba nelle tenebre. Un brivido di freddo intenso percorre la superficie terrestre, disorientando la natura. La paura invade ogni essere vivente. C’è un fuggi fuggi nel buio.

« Ora sai di che cosa sono capace », dice la luna alla nuvola che, spaventata cerca rifugio in un cielo aperto che non offre riparo.

« Come sono infelice! » mormora con un fil di voce la poveretta, tremando di spavento.

Quando riappare la luce solare capisce di aver imparato la lezione che non dimenticherà più.

Prega, ora, il vento di spingerla con il suo soffio, verso una collina dove vede un piccolo campo inaridito che l’aspetta. Essa lo guarda, si commuove e il suo pianto diventa una pioggerella che va ad irrorare quel lembo di suolo riarso. La nuvola si fonde con la terra, ne sente tutta la gratitudine che vale molto più dei vestiti che prima indossava. Poi conobbe tante radici e si lasciò succhiare la vita e quel campo diventò una distesa bianca di semplici margherite.

Non passeggiava più per il cielo, vantando la propria vanità, ma visse nell’intimità di quei piccoli fiori e guardò la luna, nella notte, con le pupille di bianche corolle.
 
C’è sempre una via del ritorno, che ti permette, di ripercorrere, a ritroso, il sentiero della tua vera identità, fatta non di vanità e di false apparenze, ma di verità e di umiltà.

                                                                                                                  Inco

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