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sabato 31 maggio 2014

Memoria

 
 
 
 

MEMORIA

Dentro portiamo

Il segreto di un ricordo…

        
                Quanti avvenimenti abbiamo sperimentato nel corso della nostra vita! Quante immagini sfilano nella nostra mente in modo così veloce ! Ognuna di esse è un pezzo di storia, vissuta nella gioia o nel dolore e custodita nella profondità del nostro cuore. Noi ne conserviamo il ricordo: è come un’eco che riascoltiamo continuamente, una memoria impressa che non si cancella mai.

       Possiamo farne tesoro ogni volta che smarriamo il senso della nostra esistenza, e crediamo che la vita non ci sorride più e si spegne dentro di noi.

       Hai mai provato a portare all’orecchio una conchiglia per ascoltare il suono del mare? Mi chiedo sempre come può l’immensità di un oceano essere contenuta in un guscio così piccolo.
 


       Anni fa, tornando dalle Hawaii, un amico mi regalò una grande e bellissima conchiglia che conservo tuttora, come oggetto prezioso. L’aveva trovata in riva al mare, sospinta dalle onde, che l’avevano abbandonata, solitaria, sulla spiaggia.

       Egli mi ha detto che, anticamente, alcuni popoli la usavano come strumento, simile al corno, per la partenza di piccole navi. Mi ha fatto udire quel suono e sono rimasta incantata.

       Oggi lo riascolto dentro di me, essendomi rimasto così profondamente impresso e rammento quel mio caro amico, che ora non c’è più. Se ne è andato a causa di un male incurabile.

       Ho sempre pensato che ogni cosa, in natura, ha una sua memoria che viene trasmessa a noi in maniera viva. Provo ad immaginare la vita di quell’essere che abitava dentro il guscio di quella conchiglia. L’accosto al mio orecchio e ascolto l’andirivieni delle onde marine.

È come se mi raccontasse alcuni tratti della sua storia semplice: « Da piccola ho navigato sola in un oceano tanto grande per me. Esposta a mille pericoli, ho temuto tante volte di finire nella bocca di qualche predatore. Quanta fatica per procurarmi il cibo! Quanti momenti tristi, ma anche belli trascorsi nella profondità di acque limpide, così ricche di meraviglie: piante estrose, pesci di ogni specie e colori, coralli e stelle marine, cavallucci rampanti, e poi … tante e tante conchiglie multiformi.

Crebbi in tutto quello splendore. I miei giorni erano sempre avvolti da quei misteriosi fondali. Un giorno, però, navigando distratta, in superficie, onde selvagge mi hanno strappata al mare, abbandonandomi sulla spiaggia. Ho vissuto momenti inesprimibili. Mi mancava il mio ambiente, il respiro…

Il sole mi ha presto raggiunta con i suoi raggi caldi e ho provato una dolce ebbrezza. Guardavo quell’astro meraviglioso. Ero stranamente felice in quella luce che mi avviluppava, mentre assorbiva tutto il mio essere, lasciandomi dentro il ricordo di un mare, dove ero nata. Entravo in quella luce, mi fondevo con essa, diventando una sola cosa.

Il mio guscio, invece, restò sulla spiaggia dorata. Brillava al riverbero dei raggi solari. Una mano pietosa, poi, lo raccolse, per farmi dono a te ».

Quale messaggio vuole trasmetterci questa esperienza? Impariamo a far memoria delle cose vissute. Sono queste che colorano i nostri istanti di sconforto e nello stesso tempo ci danno la forza di continuare a vivere e ad amare.
Dentro portiamo il segreto di un ricordo che si identifica alla nostra stessa vita e può essere di aiuto a chi accosta il suo orecchio attento per ascoltare il misterioso silenzio in cui si riverbera tutta la nostra storia, che ormai sembra sparita.
 
                                                                                                                        Inco
 
 

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