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sabato 17 maggio 2014

Libertà

 



LIBERTA’
 
Corri verso i confini
della libertà …
    

                Libertà: è quello spazio ampio, dentro di te, dove ti muovi in modo semplice, senza essere imprigionato dalle tue stesse idee fisse.
                Ti è mai capitato di avere un pensiero inchiodato nella mente, tanto da non riuscire a volgere l’ atten-zione su nessun’ altra cosa ?
                Ebbene, ci sono persone esageratamente «congelate» su alcuni punti indiscutibili, chiuse nei loro schemi, ingabbiate, che passano la vita, tentando disperatamente di inseguire le loro fisime, perché le ri-tengono essenziali alla propria realizzazione.
                A chi paragonarle ?

                Una coppia di amici aveva lasciato in custodia al mio vicino di casa un criceto, per una settimana.
                A me piaceva tanto quel piccolo animale, mentre lui lo detestava. Mi soffermavo spesso ad osservarlo, per conoscere le sue abitudini, la sua vita diurna e notturna. Mi incuriosiva il suo comportamento.
                Gli avevano procurato, come «casetta» una picco-la gabbia. Poverino, ci stava un po’ stretto ma si ac-contentava di quel ridotto spazio dove c’erano due recipienti per i pasti e, in compenso, una bella ruota dove passare le ore della notte !
                Durante il giorno se ne stava tranquillo in un cantuccio, in stato di fermo: riposava.
                La notte, invece, gli offriva la possibilità di scatenarsi, girando ininterrottamente nella ruota, senza smettere un attimo.
Che rumore ! Quanto baccano !
                Un canarino che divideva con il piccolo roditore lo stanzino, gli gridò una notte: « Ma cos’è questo frastuono ? Non si riesce a chiudere un occhio, a stare in pace ! Ehi, tu, dove credi di andare ? Non ti accorgi che non avanzi nemmeno di un millimetro, che hai un bel girare, ma sei sempre allo stesso po-sto ? ».
                Ma il criceto continuava a ruotare, non ascoltava nessuna voce se non il suo piacevole rumore assor-dante, che amava tanto. Accelerava sempre più la corsa, mantenendo fisso il suo unico obiettivo: gira-re, girare continuamente senza fermarsi mai.
                Ma accadde che …
               Una notte, durante questa corsa sfrenata, fu ac-cesa la luce dal mio vicino, dentro lo sgabuzzino. Anch’egli era al colmo della disperazione: non ne po-teva più di quel rumoreggiare continuo della ruota. «Mi hanno dato in affidamento un topo! » gridava « non lo sopporto più, mi fa impazzire ! » .
              Il criceto, pensando fosse giorno, terminò imme-diatamente la sua corsa. Scese dalla ruota e si ac-quietò in un cantuccio, in attesa della notte successi-va.
              Il canarino, invece, credendo che stesse sorgendo l’alba, iniziò a muoversi nella sua grande gabbia e a cantare a  squarciagola. Poi si diresse vero la va-schetta del grano e, sbucciando i semi, uno per uno, li mangiava con eleganza e riponeva con arte le buc-ce sul bordo del contenitore. Era proprio un artista e piaceva tanto al mio amico!
              Passarono un po’ di giorni e il criceto si ammalò d’inerzia. La ruota era diventata silenziosa, non gira-va più e l’animale aveva perso il suo passatempo pre-ferito. Sarebbe morto se non l’avesse salvato il rien-tro dei padroni.
 
              Vedi, basta niente e non rispondi più di te stesso, della tua mente. Una cosa da nulla ti può disorientare e ti può inabissare in quell’unica idea fissa che hai, e farti colare a picco, mentre era l’unica fondamentale ragione della tua vita, anche se limitava la tua libertà di spaziare su altri fronti.
              Non basta correre, ma avanzare. Guarda che non ti accada come a quel criceto: tanta corsa per, poi, restar fermo in un punto.
             Faticare molto e non raggiungere nessuna meta è il rischio di chi pensa di essere libero e non sa di girare a vuoto.
                                                                 Inco
 
 



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