AL MINIMO
È un titolo
gettato lì, che riflette il mio stato d’animo. Dovunque mi giro, trovo sempre
come un minimo denominatore in ogni cosa. Sento frasi come queste: almeno non
li gettiamo in mare, meglio questo che
lasciarlo morire, forse abortire è il male minore, ma se deve vivere in quel
modo è meglio che sia eliminato, e pensieri di questo genere.
È giusto ridurre
il reale a questo minimo denominatore di modo che tutto trovi una sua
giustificazione nel valutare l’indispensabile, senza alcun allargamento su
altre prospettive più positive? Mi è sempre apparsa, questa spiegazione, una
formula di scarsa consistenza perché è come voler giustificare il bicchiere
mezzo pieno senza mai chiedersi se non lo posso riempire completamente, con un
impegno che mi porterà a uscire fuori dalla mia situazione di scarso o poco coinvolgimento.
E così pensiamo di
essere accoglienti e buoni lasciando entrare una pletora di povera gente che,
però, diventa carne da sfruttare. Meglio questo che lasciarli morire nei loro
paesi di fame o perire in mare. Tutto è valutato « al minimo » di modo che
diventa buono ciò che non lo è se ci poniamo in un’altra prospettiva, che è
quella di non ritenere in buona salute chi non ha il tumore all’ultimo stadio,
ma almeno vive su un letto di ospedale sperando che il male non si aggravi. E
così viviamo una vita che riteniamo buona, perché c’è di peggio. E questo lo
chiamiamo vedere il bicchiere mezzo pieno.
Ed è proprio in questo mio lungo
pellegrinaggio sui sentieri della verità che ho capito la sua infinita
possibilità di nascondersi ovunque, a volte anche rivestendosi con altri pensieri
che possono apparire perfino contrari o contrastanti.
È vero che si può vedere solo la
pienezza di un bicchiere calcolandola non per quello che manca, ma per quello
che ha. Eppure questo nulla toglie al vuoto che non viene considerato. La
verità più completa non è quella che leva o aggiunge, ma quella che vede e non
si preoccupa di altro.
Tutte le nostre discussioni o
intemperanze nascono da un sottolineare un aspetto manchevole del reale che,
però, nulla leva a quanto vediamo o consideriamo. Ad esempio, il non ricevere
alcun commento a quanto uno scrive nulla modifica a chi considera il brano,
letto e valutato intimamente. Ma ciò non toglie che le parole dette o scritte
siano come le foglie del filmato, che cadono e più non saranno ripristinate
sull’albero, da cui sono cadute. La verità è nel lanciare il messaggio. Che poi
diventi foglia morta, dimenticata in qualche oscuro spazio di qualunque spirito
umano, ciò conta poco o niente. La verità è in quella foglia caduta, in quel
volo che ha carpito l’attenzione di chi l’ha afferrato. È questa la grandezza
della verità, non l’oblio di chi non la ricorderà, forse, mai più.
In quest’ottica, salvare un uomo vale di
più che abbandonarlo oppure prospettargli un futuro radioso. Ma non si può
negare che il mondo apparirebbe più bello se quell’uomo avesse un’attenzione maggiore
sarebbe forse un’altra verità aggiunta e più consolante.
Ho considerato anche il buio che permea
ogni verità. Nulla è assolutamente vero, come nulla è assolutamente falso. Ma
chi è chiamato a vivere intensamente la realtà si chiede se forse non sarebbe
stupendo avere un mondo fatto di cose che lentamente si completano, aggiungendo
verità a verità, come piccole
particelle che, in fondo costituiscono anche la struttura stesse delle cose che
ci circondano.
Mi hanno consigliato di non essere troppo
prolisso, ma di abbozzare appena le cose, così sono più facili da recepire. È
vero, ma anche questo è un pezzettino di verità che si può completare con
un’altra verità che è quella di spingere gli uomini a non fermarsi a cose brevi e, spesso, incomplete.
È bello accogliere persone che sono
nella precarietà, ma dopo….? Quel valore dell’accoglienza non rischia di essere
causa di maggiori mali, se non viene completata da un aiuto non ridotto
all’essenziale ? Ma anche questo ho capito che è un pezzettino che compone una
verità più ampia e complessa e che Verità e Menzogna si concludono
vicendevolmente e spingono l’uomo a continuare nella ricerca di una verità
sempre più grande i complessa.
Aiutami, amico o amica mia, a completare
questo quadro, nel quale io mi avventuro con molta attenzione e chiedo la partecipazione di chi
vive il bisogno di possedere una luce maggiore. Ma è così per tutti o è solo il
mio ritaglio di luce che credo sia presente in ogni essere umano, e invece… non
lo è ?
Lorenzo
Lorenzo
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