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giovedì 30 luglio 2015

Mara Macrì - Bruno Gröning. Il Dottore dei Miracoli



Svolgo la professione giornalistica da tanti anni e nel 1995 ho fondato l’Istituto di Comunicazione Ricerca e Giornalismo ACTA POPULI, attività che mi impegna con stages, convegni e corsi di formazione, ma mi permette nel contempo di estendere le mie ricerche scientifiche sul potere dell’anima, la scienza quantistica e le neuroscienze unificandole in un’originale sintesi, partendo naturalmente dai miei studi universitari.
La curiosità scientifica mi ha sempre condotto verso lidi inesplorati e studiando le relazioni tra spirito-materia e spiritualità e scienza mi sono imbattuta nella persona di Bruno Gröning, rilevando che era stato collocato nella corrente metafisica insieme ad altri guaritori che, pur con doti particolari, non potevano eguagliarlo. La mia analisi ha comportato, pertanto, uno studio lungo, accurato e sperimentato, che mi ha spinta verso i luoghi nei quali Gröning ha vissuto e operato guarigioni miracolose, verificando la straordinarietà della sua vita completamente dedicata al prossimo. Egli ha lasciato un insegnamento che, secondo la mia analisi, presenta numerose connessioni con la Scienza Moderna per questo ne ho voluto evidenziare le caratteristiche. Argomenti complessi che affronteremo insieme e meritano di essere trattati.
                                                           Mara

mercoledì 29 luglio 2015

Il segreto nascosto





IL SEGRETO NASCOSTO

C’era una volta una debole canna sbattuta dal vento, che cresceva in una terra arida, bruciata dal sole.

Il suo canto era triste quando il vento le soffiava dentro note che componevano una musica misteriosa che la affliggeva, facendola sentire più sola e lontana da un mondo che non le apparteneva.

Un giorno, a sua insaputa, precipitò su di essa un insetto: una piccolissima cavalletta, che appariva stanca e sconfortata. Gemeva, dicendo:

- Cosa mi è successo ? Dove mi trovo ? dov’è il mio sciame ? Non ricordo più nulla e non so dove andare. Aiutami, dolce canna di bambù, a ritrovarmi, perché mi sento abbandonata !

La canna dimenticò la sua canzone mesta e cercò nel suo cuore parole buone:

-  Piccola sventurata, io ti riparerò alla mia ombra e tu crescerai mangiando le mie foglie squisite. Potrai riposare, dentro di me, tranquilla, e staremo sempre insieme.

Il tempo passò. La cavalletta crebbe ma un giorno sentì la nostalgia di un volo. Emise un suono stridulo, spiccò un salto e puntò verso il cielo. Poi, da lassù, guardò con tenerezza quella canna amica che aveva perso le sue foglie, divorate da lei.

Era là, solitaria e silenziosa, però felice di lasciarsi usare dal vento per comporre, ora, una musica diversa: quella della gioia .



Il dono di te stesso, che offri agli altri, nasconde un segreto: la gioia.
                                                        Inco

lunedì 27 luglio 2015

Foglie bucate



FOGLIE BUCATE

       Quanti lamenti raccoglie l’aria in quest’alba nascente !
-  Aiuto, mi hanno bucherellata stanotte! Le mie foglie hanno perso la loro bellezza ed il loro incanto.

È il geranio rosso che, desolato, piange per la villania subita da un lumacone vorace, che ha trascorso le sue ore notturne a disturbare e deturpare le piante delle aiuole, colte dal dolce sonno.
Eccolo là, nascosto ora in una fessura di roccia, ben sazio, a digerire il cibo ingurgitato con avido piacere. Appare tranquillo e sereno. Interrogato dal guardiano del giardino, esce lentamente dalla sua casetta, orienta  bene le sue antenne in alto e risponde con innocenza:
-  E che ho fatto di male ? E’ forse un reato ingegnarsi a fare merletti al fogliame delle piante fiorite ? Le guardi come son graziose e belle ! Certo è che manca il buon gusto in questo mondo, l’apprezzamento artistico, la gratitudine.
E il flemmatico posapiano fa l’offeso e si ritrae nel suo rifugio, mormorando sottovoce parole di disappunto.

Ci sono uomini che, non solo recano danno agli altri, ma si ritengono perfino innocenti con l’ingenua e ingannevole affermazione: “ che ho fatto di male ? “.
                                                       Inco

sabato 25 luglio 2015

Vademecum - Primula



« Il mio simbolo è
l’allegria »


Il rigido inverno è ormai finito. Se ne va con i suoi tristi pensieri e la sua malinconia.
Sento un bisbigliare nel prato e poi … una voce dominante: « Presto, preparatevi sorelline, ora tocca a noi ! Stiriamo bene i nostri petali delicati, perché stiamo per sbocciare !  Uno … Due … Tre ! ».
Assisto allora ad uno spettacolo sorprendente. Che meraviglia ! Sotto lo sguardo dell’ultima stella del mattino, Venere, l’ultima a scomparire nel cielo, si schiudono le primule con infiorescenza a mazzetti gialli su un robusto peduncolo, che conferisce alla pianta una certa somiglianza ad una chiave. Apre ad una primavera odorosa e rende accessibili i tesori nascosti in questa stagione così ricca di speranza.
Il nome primula deriva proprio dal fatto che questo fiore appare in anticipo rispetto agli altri e giunge ad annunciare che la primavera è pronta al risveglio,
Un giorno imparerò a conoscere anche le proprietà terapeutiche di questi fiori. Me lo ha promesso una primula che  mostra già una certa inclinazione per l’arte medica. Le ho chiesto: ma qual è il tuo simbolo ?
Mi ha risposto: « L’allegria perché espandiamo gioia e freschezza al mondo che ci circonda. Serve che non appesantiamo mai il nostro cuore con gli affanni e le preoccupazioni di questa terra, che possono generare solo amarezza e abbattimento.
Quando apri gli occhi al mattino pensa: oggi inizia un nuovo giorno che mi spingerà a sorridere alla vita, che offrirò a chi mi avvicina. _Come me porta l’allegria, che è la primula della vita ! ».
                                                        Inco