Gregor Samsa, il personaggio del libro «La metamorfosi»
di Franz Kafka, subisce una trasformazione allucinante: diventando progressivamente
un insetto. Mi è apparsa fondamentale portare tale metamorfosi fino alle
estreme conseguenze, quali ho immaginato fossero la sua sessualità, la sua
ragione e i suoi affetti. Credo che oggi sarebbe molto opportuno riflettere
sulla corporeità dell’insetto che, nella sua evoluzione da persona umana a
insetto, subisse pure l’evolversi del suo non sapere a quale genere
appartenesse. Credo che collocando il discorso sul piano moderno, il suo corpo
si sarebbe trasformato in un ibrido, non configurabile a nessun genere
attualmente conoscibile. Non solo, ma anche la sua ragione avrebbe subìto
l’evoluzione di un essere primitivo che, avendo sentore di essere sempre di più
insetto, avrebbe perso anche le categorie razionali e comunicative umane. Similmente
i suo affetti e le sue emozioni avrebbero acquisito sviluppi impensabili che di
certo, si sarebbero trasformate in formule, a noi sconosciute.
Diventato insetto,
Gregor, avrebbe omologato, nel nostro secolo, ciò che lentamente ci stiamo
preparando a vivere: il diversamente uomo che, ormai privo di natura umana,
sesso, intelligenza e sensibilità si sarebbe chiuso in quel mondo dove il
vivere è ridotto a una continua evoluzione verso quell’immenso silenzio che
caratterizza la nuova specie umana. Privato del suo sesso, della sua
affettività, delle ragioni che motivano ogni azione, sono certo che l’essere
trasformato in altra realtà, diversa da quella umana, avrebbe avuto la vita di
un immediato primitivo, privo di leggi, futuro, comunicazione.
È quello che, con
grandi trasformazioni, ci stiamo preparando a vivere.
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