Mi sono fermato sulla sponda di un lago e, guardando
la scena di tanti volatili che nuotavano, pian piano mi si è illuminata la mente
sulle infinite variazioni che compongono la storia di ogni uomo. Come in questa
immagine, il tessuto di ogni vivere è composto da innumerevoli varianti che non
hanno un ordinamento chiaro, preciso, ma sono come il riflusso di onde, nate da
lontano e dissolte in una terra senza bellezza o particolare significato. Qui ho intravisto
la figura dell’anonimato, presente in ogni agire umano e gli incalcolabili riflessi
di luce che riportavano, in questo lido di fango, un po’ dello sfarfallio del
cielo.
Ho
visto due cigni neri, in mezzo a tanti altri cigni bianchi. Erano loro quelli anormali,
oppure spiccavano con la loro figura particolare in mezzo alla normalità degli
altri bianchi? La persona geniale, forse, non rischia di essere considerata un
cigno nero in mezzo alla uniformità di tanti cigni bianchi ? Ho considerato
allora il caso di molti uomini che noi classifichiamo come «diversi».
Ma
poi mi sono subito interrogato su quel navigare strano e disordinato che
avevano quelle creature in acqua.
Dove
e perché vagavano in ogni direzione e quale occulto progetto li spingeva a
nuotare in tante rotte ? Non
assomigliavano al nostro vagare «intelligente» che percorriamo le vie del mondo
con mille motivazioni, quasi tutte nate dalle passioni o dalle necessità ?
Guardando
il girare dei cigni e delle papere o altri galleggianti, ero affascinato dai
loro ritorni su percorsi non definiti, proprio come mi apparivano i miei
sentimenti che ondeggiano qua e là, senza altre ragioni se non spingermi verso
mete non chiare. Mi chiedevo se in ogni nostra decisione, anche la più
ragionata, non vi sia la spinta misteriosa che lancia l’uomo verso orizzonti
sbocciati dagli oscuri grembi del puro sentimento.
Eccomi,
passeggiavo lunga la riva e non trovavo altre spiegazioni al mio pensiero se
non quello di lasciami trasportare dalle scie tracciate dai cigni.
Continuo a passeggiare lungo la riva del lago mentre, lentamente, cala
la sera e non cesso di chiedermi quale sia il senso di questo continuo
trascorrere del tempo in cui maturano tanti desideri che mi spingono a navigare
senza riposo.
Guardo quei cigni nel loro maestoso galleggiare in mezzo ad altri
compagni. E vedo, in quel variegato gruppo, l’immagine di tante persone contente
solo di non annegare, spinte dagli impulsi di e di essere felici di girovagare.
Altri, invece, saranno cigni neri con il pensiero di essere in un mondo fatto
di cigni bianchi.
Ed è allora che il mio sguardo si ferma su un cigno tutto raccolto in se
stesso con il becco che cerca non so che cosa. Mi appare la mia immagine come
di chi fruga, nella sua intimità, ragioni e sentimenti nascosti dovunque.
Mi
segui?
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