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mercoledì 23 aprile 2014

In riva al lago 2


Mi sono fermato sulla sponda di un lago e, guardando la scena di tanti volatili che nuotavano, pian piano mi si è illuminata la mente sulle infinite variazioni che compongono la storia di ogni uomo. Come in questa immagine, il tessuto di ogni vivere è composto da innumerevoli varianti che non hanno un ordinamento chiaro, preciso, ma sono come il riflusso di onde, nate da lontano e dissolte in una terra senza bellezza o particolare significato.     Qui ho intravisto la figura dell’anonimato, presente in ogni agire umano e gli incalcolabili riflessi di luce che riportavano, in questo lido di fango, un po’ dello sfarfallio del cielo.

Ho visto due cigni neri, in mezzo a tanti altri cigni bianchi. Erano loro quelli anormali, oppure spiccavano con la loro figura particolare in mezzo alla normalità degli altri bianchi? La persona geniale, forse, non rischia di essere considerata un cigno nero in mezzo alla uniformità di tanti cigni bianchi ? Ho considerato allora il caso di molti uomini che noi classifichiamo come «diversi».
Ma poi mi sono subito interrogato su quel navigare strano e disordinato che avevano quelle creature in acqua.
Dove e perché vagavano in ogni direzione e quale occulto progetto li spingeva a nuotare in tante rotte ?  Non assomigliavano al nostro vagare «intelligente» che percorriamo le vie del mondo con mille motivazioni, quasi tutte nate dalle passioni o dalle necessità ?
Guardando il girare dei cigni e delle papere o altri galleggianti, ero affascinato dai loro ritorni su percorsi non definiti, proprio come mi apparivano i miei sentimenti che ondeggiano qua e là, senza altre ragioni se non spingermi verso mete non chiare. Mi chiedevo se in ogni nostra decisione, anche la più ragionata, non vi sia la spinta misteriosa che lancia l’uomo verso orizzonti sbocciati dagli oscuri grembi del puro sentimento.
 
Eccomi, passeggiavo lunga la riva e non trovavo altre spiegazioni al mio pensiero se non quello di lasciami trasportare dalle scie tracciate dai cigni.
 
 
 
 
 
Continuo a passeggiare lungo la riva del lago mentre, lentamente, cala la sera e non cesso di chiedermi quale sia il senso di questo continuo trascorrere del tempo in cui maturano tanti desideri che mi spingono a navigare senza riposo.
 
 
Guardo quei cigni nel loro maestoso galleggiare in mezzo ad altri compagni. E vedo, in quel variegato gruppo, l’immagine di tante persone contente solo di non annegare, spinte dagli impulsi di e di essere felici di girovagare. Altri, invece, saranno cigni neri con il pensiero di essere in un mondo fatto di cigni bianchi.
 

Ed è allora che il mio sguardo si ferma su un cigno tutto raccolto in se stesso con il becco che cerca non so che cosa. Mi appare la mia immagine come di chi fruga, nella sua intimità, ragioni e sentimenti nascosti dovunque.
 
Mi segui?
 

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