Pages

sabato 28 febbraio 2015

Un gioco d'amore



UN GIOCO
D’AMORE




È arrivato maggio, il mese più profumato dell’ anno. È chiamato: mese dei fiori.
 Mentre la stella del mattino spegne la sua luce nel cielo, tante altre stelline, sulla terra, fanno capolino tra i fili d’erba d’un verde prato. Sono le piccole margherite bianche dal cuore d’oro che si lasciano stanare dai raggi curiosi del sole, per liberarle dal loro buio.
Ed è il sole che intreccia con questi umili fiori una storia, proponendosi come abile narratore. Apre così una pagina dei suoi luminosi racconti e inizia esordendo:
« Mi dai atto, caro amico che mi ascolti, che talvolta una cosa banale, come ad esempio un gioco innocente, può creare fatti dolorosi o portare, addirittura, a conclusioni drammatiche? Hai mai provato tu a sfogliare una margherita, in un’età della tua vita, per avere la certezza del bene da parte di una persona cara?

Ecco, c’era una volta una coppia di giovani sposi. Erano fatti l’uno per l’altro. Non esistevano ombre ed incomprensioni nel loro rapporto, tali da inquinare l’amore profondo che li legava. Si amavano incondizionatamente, con tutte quelle delicate sfumature che danno slancio alla vita d’insieme, così densa di progetti, di mete da raggiungere, di realizzazioni, di sentimenti veri e profondi, di aspirazioni interiori, di comunione e di intesa ma … un giorno accadde un fatto doloroso.
Tutto iniziò per gioco quando la giovane sposa, passeggiando nel prato, si divertì a sfogliare una margherita. Lo aveva fatto tante altre volte questo gioco, il quale consisteva nel tirare i petali del fiore chidendogli: m’ama, non m’ama, riferendosi alla persona amata. Chissà perché quella volta i conti  non tornavano. Il « m’ama » dell’ultimo petalo, a differenza degli altri sfogliamenti, terminò con « non m’ama ». Si insinuò subito un cupo sospetto e una strana sensazione. Nella mente della donna si affacciava lentamente un dubbio in modo subdolo: l’infedeltà del marito. Non riusciva più a cacciare questo oscuro pensiero che la conduceva, giorno dopo giorno, al giudizio e alla gelosia. Leggeva nel comportamento del suo sposo solo falsità e tradimento, anche se non eistevano prove. I suoi occhi erano come annebbiati, tanto che sfogliando le sue margherite, non s’avvedeva nemmeno che spesso tirava via non uno ma due petali dal fiore. E il gioco si faceva sempre più serio. Il silenzio sostituì la parola, i litigi minarono la pace e il sospetto offuscò l’amore.
Dopo un certo tempo, un mattino, l’uomo lasciò il tetto coniugale, con grande dolore. Non era riuscito in nessun modo a rassicurare la donna della sua fedeltà. La porta si chiuse dietro di lui, tristemente.
Passò un lungo periodo di solitudine e si dice che un dì, errando lontana dalla sua dimora, la giovane incontrò un’amica la quale, vedendola afflitta, le chiese :
-        Che cosa ti turba, amica mia ?
-  Mi sento immensamente sola e disperata.
-  Anch’io sono sola, eppure non sono triste.
-  Forse perché il tuo uomo ti è vicino e ti ama.
-  Hai proprio indovinato. Ma anche quando mi è sfiorato una volta il dubbio del suo tradimento, ho continuato a credere nel suo amore per me.
- Io invece l’ho lasciato andar via, perché ho dubitato del suo amore.
-  Non disperare ! Vedi la tua casa ? La finestra che dà sul prato fiorito viene baciata dal sole e la sua luce vi penetra in tutto l’arco della giornata. Tu tieni chiusa la finestra perché vuoi dimenticare il tuo amore lasciandolo nel buio.
È vero, alla donna mancava il coraggio di riaprire quella finestra. Ma il giorno seguente, quando si avvicinò ad essa, ebbe come un fremito, il cuore le batteva forte: spalancò i battenti e vide, con grande stupore, un cuore di margherite, nel prato. Avevano deciso di unirsi insieme, formando un simbolo d’amore che correva, tra quei teneri fiori, richiamando l’attenzione dello sposo fedele, mentre questi tirava l’ultimo petalo di una margherita. Lui era stato sempre lì da attenderla. Ogni giorno si era recato in quel posto, continuando il gioco che lei aveva interrotto. Una cosa è certa che, aveva sfogliato quei fiori senza mai dubitare dell’amore della sua sposa anche ora che, tirando l’ultimo petalo diceva ­ «non m’ama».
Ritornò la pace in quella coppia così provata e, come si suol dire al termine di ogni storia a lieto fine: vissero felici e contenti ».
 

Ricorda:
 
Chi ama veramente
non si affida ai petali
 di una margherita.
Non crede per gioco,
né fa entrare i dubbi
sotto la labile immaginazione
che si alimenta di sospetti.
Il vero amore
risiede nella profondità
di un cuore fedele
che conserva,
in modo stabile e sicuro,
gli impulsi del suo bene.

                                             Inco


0 commenti:

Posta un commento