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sabato 7 febbraio 2015

Il filo misterioso







IL FILO MISTERIOSO



Buongiorno!
Un lieto saluto alle prime luci dell’alba che si affacciano, ridenti, su una verde collina imperlata di fresca rugiada notturna. In molteplici goccioline si riflettono i fili d’erba e i fiori primaverili che si lasciano cullare dal soffio leggero di un venticello che passa, quasi in punta di piedi, per non disturbare la quiete mattutina.
In questo posto collinoso crescono il gelsi,  piante arboree con foglie cuoriformi, che sono l’alimentazione delle larve del baco da seta. La loro dieta consiste esclusivamente di foglie di gelso e i bachi hanno un notevole appetito: mangiano foglie giorno e notte, senza interruzione, per cui crescono rapidamente.

Si racconta che, un dì, una piccola larva fu catapultata dal vento su un vicino albero dove bruchi, dai fantastici colori, vantavano la loro impareggiabile bellezza ed eleganza. Camminavano ancheggiando sui rami, con fine vanità e con aria altezzosa, come a dire:
« Guardateci, noi siamo i migliori ! ».  E disprezzavano la misera apparenza del baco da seta che, timidamente, si cibava delle foglie dell’albero dov’era finito, da estraneo. Si sentiva accolto solo da un gentile raggio di sole che rischiarava il suo posto buio. Era, però tanto triste la notte, anche se non smetteva mai di trangugiare cibo. Non riusciva a cacciare dalla sua mente le offese e le umiliazioni che, quotidianamente, gli infliggevano. Eppure ammirava il fascino dei suoi vicini ed offriva il saluto a chi, con sgarbo, glielo rifiutava. Insomma, cercava di essere cortese con tutti, senza risultato. In cambio gli dicevano: « Non vedi quanto sei brutto e sgraziato ? Tu offuschi la nostra beltà ! Vattene ! ».
Passarono un po’ di giorni e i bruchi si chiusero nei loro bozzoli, in attesa della trasformazione. Anche per il baco era arrivato il tempo, tanto atteso. Si sentiva pronto per preparare il suo bozzolo attorno a rametti secchi, ma aveva nostalgia del suo albero di gelso e il vento, benevolo, provvide a fargli recapitare una foglia, che pose da sfondo al nuovo abitacolo. Essendo essa a forma di cuore avvertì dentro di sé l’amore della sua pianta dov’era nato e si commosse profondamente.
Iniziò così a costruire il suo bozzolo con la  bava sottilissima la quale, a contatto con l’aria, si solidificava: era di seta grezza costituito da un singolo filo continuo, di 500 metri di lunghezza. Impiegò tre giorni per ultimarlo e, alla fine, si chiuse dentro, in attesa.
Un mattino allo spuntare del sole, tutti i bruchi uscirono dai loro bozzoli e si presentarono in veste di farfalle meravigliose. Dicevano a se stesse: « Come siamo belle! ». Si vantavano da sole, mentre il vento spazzava via tutti quei bozzoli inutili di insetti vanitosi. Poi presero il volo, deridendo il baco che tardava ad uscire. Ma perché questo ritardo ?
È noto che, quando la metamorfosi arriva al termine e il bruco si trasforma in falena, l’insetto viene fuori adulto dal bozzolo, forandolo, e rendendo, in tal modo, il filo di seta inutilizzabile.
Il baco, chiuso nel suo bozzolo, ricordò quand’era piccola larva sul gelso d’aver visto un uomo piangere, mentre raccontava al vento la storia del suo bimbo paralitico. Quella stessa notte sognò di regalare al piccolo il suo filo di seta, perché vi attaccasse un aquilone, che sarebbe volato nell’aria come una bellissima farfalla bianca. Così  lui poteva sentire la spinta ad andare verso l’alto, per non sostare sulle cose di questa terra e provare anche l’ebbrezza del vento che l’avrebbe condotto, mediante quel filo di seta, sempre più su.
Ora, dall’interno del suo bozzolo, udiva la voce di quell’uomo sotto il suo albero, che parlava col vento. Ebbe un fremito, un moto di compassione e di tenerezza. Si sentì come chiamare, ma decise di rinunciare a venir fuori. Allora il vento, delicatamente, fece cadere il bozzolo sulla mano tremante di quel padre angosciato. Un raggio di sole, posandosi su di esso, lo illuminò e il baco provò subito una gioia inattesa. Il suo bozzolo si rivestì di luce e spuntò un filo di seta che produceva calore alla mano dell’uomo. Questi pensò subito al suo bambino e gli balenò nella mente che quel filo poteva servire per tenere attaccato un bell’aquilone, a forma di farfalla, per ricordare la farfalla di baco. Si avverò il sogno del generoso baco il quale, felice, si addormentò per sempre. La sua vita, però, sarebbe continuata legata a quell’aquilone che , un giorno, avrebbe conosciuto le altezze nel cielo con il suo filo d’oro, spendente di luce.
Questa è la storia del filo misterioso di un baco da seta, diventato un luminoso ponte d’amore che univa la terra con il cielo.
 


 Ricorda:
 Chissà quante volte
hai fatto l’esperienza
dell’inconsistenza e della vanità
delle cose del mondo !
Tutto è così fugace,
spesso vuoto, appariscente, inutile.
Ma c’è in te quel «  filo misterioso »
che ha un valore immenso,
solo se viene utilizzato per un bene grande,
come quello del baco da seta.
Cercalo nella profondità del tuo cuore e,
quando lo avrai trovato,
non tenerlo per te:
donalo con generosità
e sarai felice !


                                                  Inco

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