IL FILO MISTERIOSO
Buongiorno!
Un lieto saluto
alle prime luci dell’alba che si affacciano, ridenti, su una verde collina
imperlata di fresca rugiada notturna. In molteplici goccioline si riflettono i
fili d’erba e i fiori primaverili che si lasciano cullare dal soffio leggero di
un venticello che passa, quasi in punta di piedi, per non disturbare la quiete
mattutina.
In questo posto
collinoso crescono il gelsi, piante
arboree con foglie cuoriformi, che sono l’alimentazione delle larve del baco da
seta. La loro dieta consiste esclusivamente di foglie di gelso e i bachi hanno
un notevole appetito: mangiano foglie giorno e notte, senza interruzione, per
cui crescono rapidamente.
Si racconta che,
un dì, una piccola larva fu catapultata dal vento su un vicino albero dove
bruchi, dai fantastici colori, vantavano la loro impareggiabile bellezza ed
eleganza. Camminavano ancheggiando sui rami, con fine vanità e con aria
altezzosa, come a dire:
« Guardateci,
noi siamo i migliori ! ». E disprezzavano
la misera apparenza del baco da seta che, timidamente, si cibava delle foglie
dell’albero dov’era finito, da estraneo. Si sentiva accolto solo da un gentile
raggio di sole che rischiarava il suo posto buio. Era, però tanto triste la
notte, anche se non smetteva mai di trangugiare cibo. Non riusciva a cacciare
dalla sua mente le offese e le umiliazioni che, quotidianamente, gli
infliggevano. Eppure ammirava il fascino dei suoi vicini ed offriva il saluto a
chi, con sgarbo, glielo rifiutava. Insomma, cercava di essere cortese con tutti, senza
risultato. In cambio gli dicevano: « Non vedi quanto sei brutto e sgraziato ?
Tu offuschi la nostra beltà ! Vattene ! ».
Passarono un po’
di giorni e i bruchi si chiusero nei loro bozzoli, in attesa della
trasformazione. Anche per il baco era arrivato il tempo, tanto atteso. Si
sentiva pronto per preparare il suo bozzolo attorno a rametti secchi, ma aveva
nostalgia del suo albero di gelso e il vento, benevolo, provvide a fargli
recapitare una foglia, che pose da sfondo al nuovo abitacolo. Essendo essa a
forma di cuore avvertì dentro di sé l’amore della sua pianta dov’era nato e si
commosse profondamente.
Iniziò così a
costruire il suo bozzolo con la bava
sottilissima la quale, a contatto con l’aria, si solidificava: era di seta grezza
costituito da un singolo filo continuo, di 500 metri di lunghezza. Impiegò tre
giorni per ultimarlo e, alla fine, si chiuse dentro, in attesa.
Un mattino allo
spuntare del sole, tutti i bruchi uscirono dai loro bozzoli e si presentarono
in veste di farfalle meravigliose. Dicevano a se stesse: « Come siamo belle! ».
Si vantavano da sole, mentre il vento spazzava via tutti quei bozzoli inutili
di insetti vanitosi. Poi presero il volo, deridendo il baco che tardava ad
uscire. Ma perché questo ritardo ?
È noto che,
quando la metamorfosi arriva al termine e il bruco si trasforma in falena,
l’insetto viene fuori adulto dal bozzolo, forandolo, e rendendo, in tal modo,
il filo di seta inutilizzabile.
Il baco, chiuso
nel suo bozzolo, ricordò quand’era piccola larva sul gelso d’aver visto un uomo
piangere, mentre raccontava al vento la storia del suo bimbo paralitico. Quella
stessa notte sognò di regalare al piccolo il suo filo di seta, perché vi
attaccasse un aquilone, che sarebbe volato nell’aria come una bellissima
farfalla bianca. Così lui poteva sentire
la spinta ad andare verso l’alto, per non sostare sulle cose di questa terra e
provare anche l’ebbrezza del vento che l’avrebbe condotto, mediante quel filo
di seta, sempre più su.
Ora,
dall’interno del suo bozzolo, udiva la voce di quell’uomo sotto il suo albero,
che parlava col vento. Ebbe un fremito, un moto di compassione e di tenerezza.
Si sentì come chiamare, ma decise di rinunciare a venir fuori. Allora il vento,
delicatamente, fece cadere il bozzolo sulla mano tremante di quel padre angosciato.
Un raggio di sole, posandosi su di esso, lo illuminò e il baco provò subito una
gioia inattesa. Il suo bozzolo si rivestì di luce e spuntò un filo di seta che
produceva calore alla mano dell’uomo. Questi pensò subito al suo bambino e gli
balenò nella mente che quel filo poteva servire per tenere attaccato un
bell’aquilone, a forma di farfalla, per ricordare la farfalla di baco. Si
avverò il sogno del generoso baco il quale, felice, si addormentò per sempre.
La sua vita, però, sarebbe continuata legata a quell’aquilone che , un giorno,
avrebbe conosciuto le altezze nel cielo con il suo filo d’oro, spendente di
luce.
Questa è la
storia del filo misterioso di un baco da seta, diventato un luminoso ponte
d’amore che univa la terra con il cielo.
Ricorda:
Chissà quante volte
hai fatto l’esperienza
dell’inconsistenza e della vanità
delle cose del mondo !
Tutto è così fugace,
spesso vuoto, appariscente, inutile.
Ma c’è in te quel « filo misterioso »
che ha un valore immenso,
solo se viene utilizzato per un bene grande,
come quello del baco da seta.
Cercalo nella profondità del tuo cuore e,
quando lo avrai trovato,
non tenerlo per te:
donalo con generosità
e sarai felice !
Inco
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