OPEROSITA’
… « non m’ impedivano
di essere operosa »
« Il non far nulla è la cosa più difficile del
mondo ».
È un pensiero
che mi è capitato di leggere, sfogliando un libro. Pensavo fosse la cosa più
facile, invece, è proprio il contrario. Un’ immagine che esprime l’operosità è
quella classica della formica, con il detto: “ Va’ dalla formica, o pigro, e impara da essa… ».
Ogni nostra
azione è volta a beneficio del prossimo perché nessuno può vivere per se stesso,
ignorando l’altro e trascurando chi gli è accanto. Purtroppo, viviamo in una
società dove non collochiamo l’uomo come centro di attenzione e di interesse.
Abbiamo tanto da
imparare dal creato: le piante e gli animali, la loro presenza silenziosa e
operante. È una scuola di insegnamento che detta al nostro cuore le leggi
semplici, nascoste alla nostra ragione e invisibili ai nostri occhi.
Ecco quale
saggia lezione ci possono impartire dei piccoli insetti.
Ancor prima del
sorgere dell’alba, le formiche operaie iniziano il loro instancabile lavoro.
Attraversando, di buon’ora
un campo, m’incanto nell’ osservarle, mentre trasportano con fatica, pagliuzze
o piccoli semi nel formicaio.
Le vedo ordinate
in lunghe file, quasi nascoste tra l’erba: accumulano provviste per il lungo
periodo invernale quando il freddo rigido non offre nulla di buono da
raccogliere.
Mentre sono
intenta a non perderle d’ occhio, una formichina s’incontra con il mio sguardo.
Esce dalla fila e si apposta su una pietra: ha sicuramente qualcosa da dirmi e
l’ascolto volentieri.
« Sono nata e
cresciuta nel buio della terra e avviata allo snervante lavoro di operaia, che
è iniziato non appena mi hanno spinta fuori dal nido. Non ti nascondo che, al
principio, ho avuto tanta paura. Quanta difficoltà per imparare a camminare,
senza lasciarmi trasportare anche dal più leggero soffio di vento ! Quanta
tribolazione nelle giornate piovose, nel momento in cui mi cadevano addosso
grosse gocce d’acqua che mi colpivano duramente, e mi sbalzavano dalle foglie o
dai gambi dei fiori, senza alcuna pietà ! Correvo sempre il rischio di
schiantarmi contro qualche pietra o di
….
Ricordo le
cadute, i capitomboli, i tuffi nelle pozzanghere melmose. Quante volte sono
sfuggita all’ingordigia di becchi voraci d’ uccelli, ghiotti di formiche ! Le
difficoltà, però non m’ impedivano di essere operosa. Trasportavo, ogni giorno,
nel formicaio, una gran quantità di granelli e minuscoli fuscelli. Sapevo che
il mio lavoro significava tanto per il bene della comunità e l’assolvevo con
gioia.
Anche tu, non
lasciarti mai scoraggiare dalle avversità. Quel che conta nella vita è ciò che
patisci per gli altri, in ogni attimo di tempo, speso, senza attenderti nulla
in cambio.
Attivati nel
bene! “.
Quella
formichina mi ha fatto capire anche qualcosa di più: attivarsi nel bene vuol
dire avvicinare il prossimo nella sua indigenza, usando parole di
incoraggiamento, di persuasione, di comprensione. È raggiungerlo nel suo stato
interiore, offrendogli solo una presenza silenziosa, che varca l’orizzonte
della sua storia, vissuta nelle prove dolorose e nelle traversie faticose del
quotidiano.
Ma quello che mi
lasciò perplesso fu la considerazione finale che mi fece quella formica. Mi
disse: « Ma se siamo prese tanto a modello,
dagli uomini, come immagine di operosità, non mi spiego perché, alla fine, ci
danno tanto la caccia, con ogni strumento di morte ? Operose, sì, ma … da
eliminare ! ».
Mi frullarono in
mente mille ragioni, ma restò, dentro di me, l’insoddisfazione di una domanda alla quale non avevo risposto saggiamente.
2 commenti:
Giro sufacebook sperando sia di supporto ad altri che non ti leggono, cara Inco
L'operosità non sempre indica generosità.
Le formiche operano per accumulare per loro stesse, ma distruggono quello che hanno costruito altri per lo stesso motivo. Semplicemente che non lo sanno, come gli altri. Non si è mai sufficientemente operativi se si distrugge il prossimo.
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