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sabato 25 gennaio 2014

L’uomo griffato

È un fenomeno datato da sempre il fatto che l’ individuo ha il valore che i potenti gli addebitano. E questo vale soprattutto per le cariche o gli impegni che vengono conferiti, in un circolo vizioso in cui i dominanti creano o sudditi, che poi armeggeranno per diventare a loro volta potenti, oppure si creano altri potentati che faranno proliferare i futuri capi. E così viviamo in una società in cui si costruiscono le famose «poltrone» che altro non sono se non i titoli di prestigio, forieri di soldi, il vero potere che stabilisce quanto conti. Sei ciò che vale il titolo che ti precede ( e, di conseguenza, i soldi che ti procura). Senza alcuna qualifica appartieni alla categoria dei « nessuno » e non verrai considerato affatto. Ecco perché nella società si potenziano quelle istituzioni che non fanno altro che creare potenti.
 
In tal senso si diventa un uomo griffato, e vale poco ciò che tu sei individualmente. Per cui i pensionati, i poveri, gli ammalati, gli anziani, i senzatetto, gli emigranti sono categorie appartenenti ai protozoi della comunità, da non considerare in alcun modo nella loro dignità di esseri umani. Questo è il dato, poi si costruisce su tale realtà una serie di ragionamenti che hanno solo il valore delle ideologie, che pretendono di dare consistenza, peraltro astratta, a delle realtà che concretamente non hanno alcun peso sociale.
Da questo nasce un profluvio di parole vuote, in cui navighiamo con grande indifferenza. Senza una griffe sei una nullità.
Con amicizia, Lorenzo


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