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venerdì 3 gennaio 2014

Il pensiero della settimana


Due pensieri ... due domande.
 
Questa settimana, il video del primo pensiero con ... la prima domanda!
 


Ora ... attendo la Tua risposta.
 
Lorenzo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa prima domanda mi sembra un tantino retorica: chi mai ammetterà di starnazzare? La risposta pertanto è scontata! Però quello che precede la domanda è molto piacevole e profondo: le parole ascoltate, siano piacevoli o spiacevoli, vanno meditate in solitudine, solo così si arriva al senso profondo di esse. A volte ci accorgiamo di non aver compreso o di non essere stati compresi solo in questa fase, questo ci aiuta a capire che è importante dare o desiderare di avere una seconda occasione dalla quale potrebbe nascere quel sentimento tanto sbandierato quanto frainteso come l'amicizia ! Ciao poeta!

Lorenzo Vecchiarelli ha detto...

Ti ringrazio della tua schiettezza. E' vero che sono pochissimi quelli che ammettono di starnazzare, ma proprio ieri sera un ragazzo mi ha detto che ci è così abituato allo starnazzo da non considerarlo più tale. Spingo il mio pensiero sul linguaggio proprio perché ho fatto studi sul tema e mi appassiona l'argomento, in quanto vedo che tanti problemi umani nascond dal diverso uso e comprensione delle parole. Comunque ho molto apprezzato la tua riflessione e la condivido in buona parte. Grazie. Ciao, ascoltatore!

Anonimo ha detto...

la parola(umana,s'intende)non ha suono?mi riesce difficile capirlo nei termini che hai detto....e il canto?
Penso che esista una connessione tra il non suono della parola(vogliamo chiamarlo silenzio?)e la musica:Conosci il coro-muto della Batterfly di Puccini?Spiega meglio quello che intendo.

Lorenzo Vecchiarelli ha detto...

Il mio intento, nel filmato, esula dalla trattazione del rapporto parola-suono-dilenzio. Vuole essere il semplice messaggio di chi, avendo avuto modo si udire tante parole e non sempre arrivare in fondo alla loro trasmissione, introduceva il questo sul contenuto delle parole che, tra le sponde di tante silenzi e i toni modulati dalle varie eeprsssioni musicali, possano diventare comunicazione per me che, come dico nel filmato, cerco di,raggiungere, oltre le tonalità e i concetti verbali, una comprensione che non si areresti allo'immediatezza del fatto sonoro o comunicativo-verbale. Per quanto riguarda il coro muto della Buttefly, le interpretazioni sono varie, da vatrto sonoro ed estetico al voler raggiungere il cuore di chi ascolta attraverso la melodia. La comunicazione, comunque, si raggiunge con la disponibilità del cuore che talvolta si attarda sul fatto sonoro e artistico o talolta vuole raggiungere, come nel mio caso, un aspetto più profondo. Comunque non ho voluto addentrtarmi nello specifico della comunicazione, che va oltre il linguggio, ed è fatto anche di trasposizioni non verbali (ripo sguardo, silenzio, affettuosità...). La mia era una semplice riflessione su tante parole che, nello specifio, raggiungono la mia comprensione non con la ceretezza di essere in comunione perfetta con l'altro, ma con il dubbio che tante parole finiscano per essere semplici suoni disarticolati, nel mio intimo, perché mi manca un criterio oggettivo di interpretazione che, credo, vari da persona a persona. Grazie.

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