Ciò
che ho imparato da un uomo sofferente, è il mistero del dolore di Gesù che si
concretizza in ogni persona e diventa esperienza vissuta con Lui.
Questo
caro amico mi diceva con immensa tristezza:
« Perché devo
soffrire? A che serve il mio dolore? Non è bastata la passione e la morte del
Signore, per cancellare il male del mondo? ».
Già, me lo sono chiesto anch’io fino a quando la luce
divina non ha illuminato la mia mente. No, non
bastava perché ogni creatura de-ve essere immagine del Redentore. Gesù vuole
fare un’esperienza diretta, unica, irrepetibile con ognuno di noi. Ha un senso
la sua nascita nel nostro cuore, il suo dolore, la sua morte e risurrezione.
Dio
mio, quanto buio c’era dentro di me prima di conoscerti! Quanta confusione!
Riporto
un pensiero di s. Agostino:
«
Colui che ha creato te, senza di te, non può salvare te, senza di te ».
Entro
nel mistero.
Ora
capisco, Signore Gesù, che Tu vuoi farmi dono della tua vita divina, che è
partecipazione al tuo mistero d’amore insondabile. In questa mia umanità sofferente, Tu entri e vivi in Te ogni mio momento
doloroso che è incluso nel tuo momento, che culminerà sulla croce.
Tu
continui ad incarnarti in me, nasci nella mia povertà, adagiato sulla paglia delle mie miserie. In
me soffri la tua passione, inchiodato nella mia storia. Muori in me per
risorgere in un’alba di Luce Nuova.
Ti prego …
Mio dolcissimo Signore,
la mia preghiera si innesta
nel tuo silenzioso mistero:
sei un Dio venuto dal Cielo,
uomo tra gli uomini
pur restando Dio.
Ti contemplo in me,
ti sussurro parole semplici
come preghiera del cuore,
che segnano il tracciato
della mia miseria.
E Tu mi trasmetti
parole di pace profonda,
come richiamo di eternità.
È il tuo amore immenso
che mi ha redento.
Cammino con Te, Gesù,
so che mi conduci per mano
verso le rive sconfinate
del tuo Paradiso.
Incoronata