Crediamo che Cristo
sia continuamente presente nella storia tramite lo Spirito Santo, il quale agisce
nella Comunione dei Santi (i fedeli di Cristo che costituiscono la Chiesa) e nella
remissione dei peccati (tramite il sacramento della Penitenza).
Cristo, il Verbo,
si è infatti fatto carne e si è fatto crocifiggere per la salvezza dell’essere
umano, salvezza che ci ha donato tramite due sacramenti: il Battesimo e la
Penitenza.
Questi doni, per
sua volontà, vengono esercitati, tramite lo Spirito Santo, inizialmente dai
suoi Apostoli e successivamente da tutti i loro successori, i sacerdoti che, ricevuto
il sacramento dell’Ordine, trasmettono questo dono a chi viene battezzato la
prima volta e chiede di esserlo di nuovo nella Penitenza, nuovo battesimo, dopo
aver peccato, se pentito. Il Credo di Nicea-Costantinopoli recita “Professo un solo Battesimo per il perdono
dei peccati”.
Così
Gesù parlò ai Dodici nel Cenacolo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anche io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo
Spirito Santo. A coloro cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro
cui non perdonerete, non saranno perdonati»”
(Giovanni 20-22) e, prima di salire in Cielo: “Andate in tutto il mondo e proclamate
il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà stato battezzato sarà
salvato; ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,15).
La remissione dei peccati è dunque legata,
a filo doppio, alla Fede e al Battesimo.
Il Battesimo è il
primo perdono dei peccati che riceviamo e che trasforma la nostra vita rendendoci
figli di Dio affinché “anche noi possiamo
camminare in una vita nuova” (Paolo, Lettera
ai Romani 6,4). Non ci rendiamo mai abbastanza costo di cosa significhi
essere diventati figli di Dio. Bisogna tornare alla Genesi, quando Dio creatore
creò l’uomo e soffiando gli versò quel qualcosa di immateriale che chiamiamo
anima, così facendolo “a sua immagine e
somiglianza”, figlio suo. Quella scena mi ricorda la celeberrima
rappresentazione che Michelangelo Buonarroti diede di quel momento nella
Cappella Sistina: quelle dita che quasi si toccano e che lasciano intravvedere
lo scoccare della scintilla della vera vita.
Con il Battesimo
viene concesso un perdono totale, che libera da ogni peccato, sia quello originale,
sia quello contratto dopo la nascita, per coloro che si battezzano da adulti.
Naturalmente ciò
non libera la nostra natura umana dalla sua intrinseca debolezza che la rende disponibile
a cadere nella tentazione. Cedendo al proprio egoismo ci si ritrova nella
condizione di essere nuovamente nel peccato. Ed ecco il nuovo battesimo nel sacramento
della Penitenza, che infatti venne chiamato “Battesimo laborioso” per la Remissione dei peccati.
Due sono le però
le condizioni imprescindibili che conducono al loro perdono.
Anzitutto il
pentimento: la coscienza dell’uomo, che oserei chiamare la parte razionale
dell’anima, che si riconosce peccatore, si pente e confessa al Signore, tramite
il suo rappresentante sulla Terra, il suo peccato. Nei primi tempi lo si faceva
in pubblico, poi dal settimo secolo lo si fa in privato, nel confessionale dove
si materializza la seconda condizione: l’azione di Dio che, attraverso i
presbiteri, ministri della riconciliazione grazie al potere ricevuto da Cristo,
concede il perdono.
Scrive a questo
proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica (982): “Non c’è nessuna colpa, per grave che sia, che non possa essere
perdonata dalla santa Chiesa. «Non si può ammettere che ci sia un uomo, per
quanto infame e scellerato, che non possa avere con il pentimento la certezza
del perdono». Cristo, che è morto per tutti gli uomini, vuole che, nella
sua Chiesa, le porte del perdono siano sempre aperte a chiunque si allontani
dal peccato”.
Salvatore
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