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sabato 26 gennaio 2019

Il Credo … la remissione dei peccati, ... - Parte prima



Crediamo che Cristo sia continuamente presente nella storia tramite lo Spirito Santo, il quale agisce nella Comunione dei Santi (i fedeli di Cristo che costituiscono la Chiesa) e nella remissione dei peccati (tramite il sacramento della Penitenza).
Cristo, il Verbo, si è infatti fatto carne e si è fatto crocifiggere per la salvezza dell’essere umano, salvezza che ci ha donato tramite due sacramenti: il Battesimo e la Penitenza.
Questi doni, per sua volontà, vengono esercitati, tramite lo Spirito Santo, inizialmente dai suoi Apostoli e successivamente da tutti i loro successori, i sacerdoti che, ricevuto il sacramento dell’Ordine, trasmettono questo dono a chi viene battezzato la prima volta e chiede di esserlo di nuovo nella Penitenza, nuovo battesimo, dopo aver peccato, se pentito. Il Credo di Nicea-Costantinopoli recita “Professo un solo Battesimo per il perdono dei peccati”.

Così Gesù parlò ai Dodici nel Cenacolo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (Giovanni 20-22) e, prima di salire in Cielo: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,15).
La remissione dei peccati è dunque legata, a filo doppio, alla Fede e al Battesimo.

Il Battesimo è il primo perdono dei peccati che riceviamo e che trasforma la nostra vita rendendoci figli di Dio affinché “anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Paolo, Lettera ai Romani 6,4). Non ci rendiamo mai abbastanza costo di cosa significhi essere diventati figli di Dio. Bisogna tornare alla Genesi, quando Dio creatore creò l’uomo e soffiando gli versò quel qualcosa di immateriale che chiamiamo anima, così facendolo “a sua immagine e somiglianza”, figlio suo. Quella scena mi ricorda la celeberrima rappresentazione che Michelangelo Buonarroti diede di quel momento nella Cappella Sistina: quelle dita che quasi si toccano e che lasciano intravvedere lo scoccare della scintilla della vera vita.

Con il Battesimo viene concesso un perdono totale, che libera da ogni peccato, sia quello originale, sia quello contratto dopo la nascita, per coloro che si battezzano da adulti.
Naturalmente ciò non libera la nostra natura umana dalla sua intrinseca debolezza che la rende disponibile a cadere nella tentazione. Cedendo al proprio egoismo ci si ritrova nella condizione di essere nuovamente nel peccato. Ed ecco il nuovo battesimo nel sacramento della Penitenza, che infatti venne chiamato “Battesimo laborioso” per la Remissione dei peccati.
Due sono le però le condizioni imprescindibili che conducono al loro perdono.
Anzitutto il pentimento: la coscienza dell’uomo, che oserei chiamare la parte razionale dell’anima, che si riconosce peccatore, si pente e confessa al Signore, tramite il suo rappresentante sulla Terra, il suo peccato. Nei primi tempi lo si faceva in pubblico, poi dal settimo secolo lo si fa in privato, nel confessionale dove si materializza la seconda condizione: l’azione di Dio che, attraverso i presbiteri, ministri della riconciliazione grazie al potere ricevuto da Cristo, concede il perdono.
Scrive a questo proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica (982): “Non c’è nessuna colpa, per grave che sia, che non possa essere perdonata dalla santa Chiesa. «Non si può ammettere che ci sia un uomo, per quanto infame e scellerato, che non possa avere con il pentimento la certezza del perdono». Cristo, che è morto per tutti gli uomini, vuole che, nella sua Chiesa, le porte del perdono siano sempre aperte a chiunque si allontani dal peccato”. 

                                                            Salvatore

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