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lunedì 1 ottobre 2018

Aneliti

L’attesa di un momento che non ha sponde, né prima, né dopo.


Ed ecco una folata di vento settembrino, come se il cielo volesse respirare le ansie e i piaceri di chi assapora la bellezza del giardino. La fontanella getta spruzzi d’acqua fresca e qualche passe-rotto ne coglie la sua frescura.
Ogni spirito prosciuga, nel proprio intimo, una strana sensa-zione della vita che passa. Nel cuore dell’uomo si percepisce già il tramonto incipiente. Si vive il vuoto di un tempo che non tornerà mai più e, pian piano, ci si sente spogliati di una intimità trafugata dalle ore che scorrono veloci. Sentiamo come se una mano silenziosa ci rubasse i ricordi di questo tempo che fu e che non ritornerà mai più.
Ma quello che ci attende è pieno di mistica allegria, perché ci porta nel cuore pezzettini di serenità che ricolmano lo spirito di un’ attesa sempre più incalzante. A volte, mi chiedo se il futuro non sia già passato o se il passato abbia la freschezza del futuro. È in questi momenti di silenziosa speranza, che sento palpitare il cuore di Dio come una prospettiva di imminenti aspettative in cui mi sento tra-sportato come in un altro mondo, in un’altra epoca dove il mio io si confonde in quello degli altri. Sono in comunione con l’universo in-tero e, dentro, mi stillano gocce d’eternità beata. Sono svuotato di me stesso e riempito di felicità che non ha fine.
È questa l’eternità che anelo oppure è quella che rintraccio nel mio cuore, libero da ogni cosa terrena? Sospiro l’infinito che non è ancorato a nessun punto di questo mondo, ma aperto all’immensità di Dio.
 

Lorenzo
 

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