C’è
una capanna laggiù
in
fondo al sentiero.
Lieto
il pellegrino va,
contando
i suoi passi
affaticati
e lenti.
Nel
buio della notte,
cerca
il Dio nascosto
nella
sua mente confusa
o
nel suo cuore smarrito.
È
nato il Signore!
Lo
troverà solo
nell’intimo
silenzio,
che
si veste di speranza
e la
pace dell’anima
s’adorna
di luce divina.
Vedrà
il bimbo Gesù
e
diventerà suo Cielo.
Lo
contemplerà e con Lui
vivrà
nell’immensa gioia
d’una
eternità senza fine.
Una Luce si accende
È una notte mite e serena. Il firmamento è come
trapuntato di stelle lucenti, mentre le tenebre ricoprono la terra.
Nel buio del suo
tempo umano, il pellegrino batte i sentieri della sua storia vissuta, un tempo,
con tutti i suoi attraversamenti e tessuta con colori e modi diversi i suoi
vuoti di luce e le cadute nell’abisso profondo del suo cuore. E’ alla ricerca
del suo Dio che nascerà in un luogo ignoto alla sua conoscenza. Durante il
cammino lo vince il sonno e pensa di riposare prima di proseguire il suo
viaggio. Entra nel sonno con un sogno bellissimo. Sogna di aver perso un
sandalo durante la rotta e di ripercorrere, tristemente, la strada a ritroso.
Perlustra ogni angolo più segreto e nascosto, muovendo i passi a fatica,
zoppicando sulle pietre appuntite. Il freddo acutizza il dolore al piede scalzo
e il silenzio nebbioso rende ovattati i suoi gemiti.
Desolato l’uomo si rivolge al suo Dio
con silenziose parole:
« Dove sei, mio Signore? Riuscirò mai a trovarti? Eccomi giunto, nuovamente, all’inizio del mio viaggio verso
di Te ».
Ed è proprio in
questo momento che una Luce si accende nel suo intimo. Nella sua anima,
trasformata in una greppia, vede adagiato un Bambino. Riconosce Gesù, il Dio
venuto sulla terra dal Cielo. Accanto alla sua culla ritrova, stupito, il
sandalo perduto sul quale è caduta una stella da lassù.
Allora
esclama con un trasporto di gioia:
«
Signore, ero venuto a cercarti e Tu, invece, mi attendevi nel profondo del mio
cuore, luogo del tuo Paradiso. Così hai fatto di me il tuo Cielo ».
Quando
il pellegrino si risveglia, prova una grande felicità, perdendosi nell’infinito
di Dio.
Eccomi, mio Dio!
È dinanzi a Te,
solo, quel pellegrino
che, per cercarti,
intraprese un viaggio
molto lontano.
Io non son partito mai,
perché mi attendevi
già nel mio cuore
mentre ti cercavo fuori
nella mia confusione.
Il sandalo perduto
era solo un segno
di questi miei giorni
vissuti nel mondo,
con ritmi variegati
tra buio e luce.
Eppure ho provato
il dolore e l’angoscia,
la durezza della strada,
il peso del silenzio,
l’ansia di vederti,
l’anelito d’incontrarti.
Tu sei qui, Gesù.
La tua presenza, ora,
pian piano m’introduce
nel Regno Eterno
del tuo splendore.
Incoronata
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