Il profumo soave dell’autunno
riempie
l’aria fresca ed umida
di
Novembre: il mese
che
raccoglie i colori tenui,
ultimi
della triste stagione.
È
rimasta solo una foglia
sul
ramo d’un albero spoglio
che,
da lassù, vede un tappeto
di
gialle foglie cadute
ai
piedi di un ossuto pruno.
Pensa
che presto si ritroverà
laggiù
e, tremando, geme.
Il
vento la scorge da lontano,
subito
le si avvicina,
mormorandole
una canzone,
poi
la coglie e la trasporta
nell’aria
e, dolcemente,
la
lascia cadere dall’alto
sul
morbido prato.
Essa
preparerà, marcendo
insieme
alle altre,
la
rinascita dell’albero
nella ridente stagione.
La
fine della foglia
Il
vento aveva strappato tutte le foglie gialle dall’albero del giardino. Esse si
erano affidate al suo soffio e, gemendo, erano cadute a una ad una per terra.
Solo una foglia si era ostinata a non essere divelta dal suo ramo posto sulla
cima. Non appena veniva toccata, poneva tutta la sua resistenza, tanto che il
vento l’aveva abbandonata a se stessa.
Ma
ora, così in alto, si sentiva sola. Si guardò attorno: non c’era più nessuno in
quel luogo triste e desolato. La foglia incominciò a tremare. Ebbe paura. Allora chiamò il vento ma il vento non
accorse. Invocò la pioggia ma essa si rifiutò di cadere. Passò un uccello
ramingo per il cielo. Essa lo chiamò e questi ne ebbe compassione, ascoltando
la sua storia.
Con
cura, raccolse quella povera foglia e la ripose nel suo nido, costruito tra i
rami di un albero sempreverde. Essa lo terrà al riparo dal freddo nella gelida stagione invernale.
Mi
hai lasciato solo
nelle mie notti buie,
solo nel profondo del cuore,
dove mi sono perso
senza di Te, Dio d’amore.
Non volevo perdere la vita.
Ma, ora, Tu la stringi
nella tua e mi dici:
« Lasciati cadere, figlio,
nel mio abbandono.
Io ti darò un giorno
una vita nuova, lassù,
nella luce del mio Cielo! ».
Incoronata
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