Ci eravamo lasciati con PROIETTATI IN ALTO.
Tutta la
creazione è la meravigliosa lettera che Dio ha scritto per riempire il nostro
spirito di pensieri santi e stupefacenti. Infatti, cosa sono le conchiglie
disseminate sulle nostre spiagge, se non come fossero occhi rivolti in alto che
chiedono le nostre pupille vive che guardano lassù? Io le vedo come tanti punti
per anelare l’eternità.
Un giorno,
ero sulla riva del mare e guardandole, appunto, disseminate qua e là, mi
esortavano a riempirle di Cielo. Ho
sentito come il fremito dell’aldilà che spingeva il mio cuore a non fermarsi
alle cose della terra, ma riempirsi di realtà celesti.
Spinti verso l’ignoto.
Il mio primo pensiero è
stato quello di vedere le conchiglie come occhi svuotati dal tempo, che un dì
furono animate da lontane presenze animate. Ho subito pensato al tempo in cui
maturano tante trasformazioni, tra le quali quella dello svuotamento. Siamo
tutti creati per la trasformazione che altro non è se non avanzare, nella
nostra storia, perdendo qualcosa di noi stessi. Lo chiamiamo invecchiamento, ma
è solo una parte di quello che siamo e saremo. Quelle conchiglie mi portavano
in alto. Se fossero state abitate mi sarei sentito spinto ad ammirare o
contemplare la creatura che le riempiva. Loro non erano vecchie, ma spinte ad
altre missioni. Invecchiare non è se non perdere un qualcosa di bello,
diventato inutile per la nuova missione. Infatti quelle conchiglie mi spingevano
verso l’ignoto.
Lanciati verso il mistero.
Qual era la nuova meta?
Non la conoscevo ancora, perché ero spinto in alto. Mi sentivo lanciato verso
l’ignoto che, però, non mi appariva come
un vuoto immaginario, ma come una meta da me inconsciamente desiderata, anche
se ancora non conosciuta. Era la mia speranza, che mi gettava verso il mistero
in cui mi sentivo tutto compreso.
Guardare oltre.
È stato questo mistero che
mi ha fatto capire il mio destino eterno: ero chiamato a guardare oltre. Ed è
ciò che ora mi spinge a non fermarmi più nell’immediato dove la conchiglia mi
invitava a seguire la trascendenza nel mio itinerario di vita. Verso dove? È quello che siamo invitati a
raggiungere.