31 Dicembre: ultimo giorno dell’anno che si prepara a partire.
È viva, nel mio cuore, un’immagine che mi è tornata
alla mente come simbolo di speranza: è l’armonica a bocca, un piccolo stru-mento
musicale. Vedo stampata nella mia memoria un uomo ancora giovane con vestiti
dimessi, senza scarpe e una espressione triste sul viso la quale esprimeva
solitudine e delusione.
E l’uomo suonava l’armonica.
L’aveva ricevuta in dono da un amico avanzato negli
anni, malato e indigente. L’aveva conosciuto all’angolo di una strada, mentre
regalava, a chi passava, le sue note armoniose.
Un giorno questi gli disse:
« A te, amico mio, voglio donare questo prezioso
oggetto, con la promessa di usarlo per le strade del mondo, donando agli uomini
la speranza. Io vado via, felice di aver offerto tutto di me nella mia povertà.
Ritorno per sempre nella Città di Dio, immersa nella luce ».
Poco
tempo dopo quel vecchio amico morì.
Il giovane si rivestì di povertà, abbandonando tutti i
suoi beni e scelse la vita in strada e
si mise a suonare l’armonica. Era un giorno nebbioso che leggeva molto bene lo
stato del cielo, solcato da nu-voloni grigi i quali annunciavano una pioggia in
arrivo.
Era anche ora di punta e la gente si riversava sulle strade.
Il povero, con la sua armonica, pensava
di infondere speranza ma gli uomini passavano con indifferenza, preoccupati dei
loro problemi, assorti nei loro pensieri, con gli occhi fissi nel vuoto, rincorrendo
la propria anima che navigava chissà in quale mare, per approdare chissà dove.
Un cagnolino, ritto sulle zampe posteriori, con un piattino
in bocca, cercava di strappare un soldo da qualche tasca pietosa, dov’era
assopito. Ogni tanto rotolava nel piatto uno spicciolo. L’uomo osservava con
dolore e non riusciva a capire il motivo della felicità del suo vecchio amico e
il suo amore per una folla così estranea e insensibile.
Si lamentò con il Signore:
« Dio del Cielo immenso, perché è così impietosa la
gente? Sei Tu presente in questa strada buia, che indossa lo stesso colore cupo
di quel cielo lontano? In questo mondo che cerca di rincorrere una speranza
perduta, per dare una risposta ai tanti problemi della vita, ci sono anch’io.
Hai almeno Tu uno sguardo clemente, dove io possa perdermi per raggiungere l’abisso
del tuo cuore divino? ».
E Dio gli rispose:
« Non temere, figlio! Io vivo in questo posto dove
nessuno si cura di me, non mi cerca o mi disprezza, eppure qui è il mio Cielo,
nel cuore di ciascun essere umano come nel tuo afflitto e ferito dall’indifferenza
degli altri. Ma tu contieni in te il mio amore in-finito. Io sono, attraverso
te, la speranza di questi uomini e, per te, sono la tua ricchezza e la
nostalgia del Paradiso, anelato come premio al tuo dolore.
Si fece notte. Il povero uomo si addormentò, felice,
all’angolo di quella gelida strada e sognò che anche la sua armonica era stata
toccata dalla luce divina e ora brillava nel suo cuore come segno di speranza. La sua voce si introduceva
già nel primo giorno del Nuovo Anno.
E l’uomo suonava l’armonica la quale bussava
silenziosamente al cuore di ogni fratello che passava accanto, con un augurio
ricolmo di melodiose note di speranza.
È anche il mio augurio
affettuoso, con tutto il cuore…