Guardare
in alto
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Continuano la mie
riflessioni, anche se s’inseriscono in un pensiero che dura da diverso tempo,
maturato nella pre-ghiera. Guardare in alto non è semplice perché non si tratta
solo di una posizione spirituale, ma di un atteggiamento inte-riore che fa capo
a un’esperienza ineffabile.
Mi spiego. Raccattare
nell’intimo dello spirito i mo-menti in cui ci si distacca dalla terra e
trovarsi in un ambiente in cui matura una diversa forma di vivere non è cosa
facile. Il non trovarsi da nessuna parte, senza la percezione del tempo è
descriverti questa forma di vita. Non si tratta di elucu-brazioni mentali,
ma di un vissuto in cui si è pienamente
im-mersi e che causa un dolore profondo, non fatto di pure sen-sazioni ma di situazioni
diverse da un comune vivere quo-tidiano! Non è un dato che possiamo descrivere
come dolo-roso, nella terminologia corrente, ma trattasi di un nuovo mo-do di
percepire il vuoto, l’inconsistenza, il non senso del mo-ndo e di tutto quello
che mi circonda.
Vivo, appunto, una fetta del
reale che mi appare «doloroso», cioè affliggente dello spirito che procede come
su una strada che non so dove mi porta. In tal modo, guardare in alto non mi
comporta alcuna formula meditativa. Sono preda di quella banalità in cui alto o
basso sono dimensioni che non mi collocano da nessuna parte e penso, in cuor
mio, che questo possa essere una premessa di una grande sof-ferenza, di cui
ignoro il valore e il senso. E’ come vivere senza alcuna prospettiva di vita, e
questo si riproduce nel mio intimo raccattando ovunque esperienze di vuoto, di
non senso. Ci sono pero fessure di luce in cui ritrovo tanta pace. E’ difficile
poter descrivere questo stato per le nostre cate-gorie mentali che cercano
sempre una spiegazione, una causa, una prospettiva di valore.
Ci sono inoltre momenti in
cui l’inconsistenza diventa sempre più schiacciante, e anche lo stesso spirito
vaga come se avesse perduto l’orizzonte. Non sto facendo una descri-zione della
mia storia, ma semplicemente mettendo le pre-messe che mi introducono in un
ambiente dove ai realizza il mio rapporto con Dio, il quale mi appare in tutto
il suo splendore e grandiosità. E’ questo il momento più esaltante della mia
esistenza in cui si mescolano luce e buio, vuoto e proposta di pienezza. Il
non-senso mi spinge ad andare oltre, laddove mi ritrovo tutto completo in
attesa di un Dio che mi riempia.
Ed Egli mi raggiunge con la
sua luce e fa chiarore in tutto il mio intimo.
Lorenzo