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sabato 28 novembre 2015

Le due ruote



LE DUE RUOTE

Si era proclamato, da solo, re della fattoria. Era sempre ingrugnato e ben corazzato, per essere pronto ad ogni attacco, gonfio di se stesso e fiero. Andava su e giù, avanti e dietro, facendo vanitosamente una ruota poco appariscente, con le penne della coda. Poi, affrettando rapidi passi isterici, emetteva il suo ridicolo verso.: Glu … Glu …Glu …
I pulcini, impauriti, correvano a nascondersi sotto le ali della chioccia, per essere al sicuro.
Quando passava, superbo e altezzoso, esigeva che gli si cedesse il passo e gli si desse il saluto a capo chino. Insomma, chi era questo soggetto strano ? Si presentava come un generale in pensione, il vecchio tacchino. Gli era rimasta dentro la forza del comando, solo che nessuno gli obbediva, anzi lo canzonavano e gli ridevano appresso, poveraccio, ma niente lo turbava.

Un giorno, però, arrivò alla fattoria, un vanitoso pavone. Il tacchino corse a dargli il benvenuto. Intanto non cessava di darsi delle arie, facendo la ruota e metteva in luce il suo potere regale,
il pavone non si scomponeva affatto, lo guardava sdegnoso e con sufficienza. D’improvviso la sua coda si trasformò in una ruota bellissima, da lasciare tutti attoniti. Iniziò a camminare intorno al tacchino, pavoneggiandosi e dicendogli:
-  Ora fatti da parte, amico, perché il re sono io. Vedi, è questione di ruote: la tua contro la mia.
Allora l’altro gli si avventò contro, strappandogli una piuma dalla coda. Poi la distese per terra e disse al suo rivale:
-  Sì, me ne andrò, ma usandoti prima come tappeto.
Mosse i passi su quella piuma elegante che, però, metteva in risalto, ancor più la sua goffaggine.

Non c’è limite per la vanità. Troverai sempre qualcuno più vanitoso di te.
                                                      Inco

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