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giovedì 19 novembre 2015

L'albero e i rami

 L’ALBERO E I RAMI

Sono rimasto assorto, dopo le considerazioni sul tronco, nella contemplazione dei rami dell’albero. Li ho visti nella loro complessa architettura, tracciata in aria come braccia tese a raggiungere chissà quali orizzonti.  

Comunque se il tronco mi spingeva a meditare sulla religiosità, come strada di un occulto cammino di quel liquoroso senso di vita, che trascorreva silenziosamente verso l’alto, i rami mi apparivano come l’esplosione di quella stessa vita, aperta in ogni direzione.

E qui mi sono fermato a meditare sulla socialità dell’albero, che si allarga, con i suoi rami, ad accogliere nidi di uccelli, e si riveste di foglie che stormiscono, di gemme che fioriscono e di frutti che sono l’ultima tappa di un progressivo avvicinamento al prossimo.

Mi sono fermato alla considerazione di quanto sia importante leggere la vita che è intorno a noi come un’enorme enciclopedia di insegnamenti, che dischiudono la conoscenza ad una infinità di applicazioni in cui vediamo di essere inseriti come particelle di un enorme meccanismo, del quale siamo una piccola parte.


Vedo i rami come braccia che accolgono e proteggono uccelli, che si rivestono di foglie rumoreggianti, che si dischiudono alle gemme e si lasciano toccare dal vento e dichiarare il loro canto di amore, quando il vento arpeggia tra i rami.

La socievolezza è cristallizzata nei rami dell’ albero, che poi diventa aria purificata da quel dono misterioso tra foglie e ambiente.

Essere socievoli non è solo apertura agli altri, ma soprattutto ossigeno e linguaggio dello stormire delle foglie, gemme e futuro di doni più grandi, offerti generosamente a tutti.


Sono rimasto affascinato da quei rami che mi parlavano di accoglienza, di verde, di aria pura. E in quello stormire di foglie e di uccelli svolazzanti e nidi nascosti tra i rami, ho percepito il sapore di una nuova avventura, che ho scoperto, dopo, nei frutti. Sentivo l’albero parlare nell’agitarsi delle foglie e in tal senso la comunicazione, fatta di suoni avvolgenti che nascondevano i significati profondi del linguaggio, li percepivo in tutto il suo meraviglioso stormire.

Venne il caldo e fiorirono  le gemme. 

                                          Lorenzo

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