L’ALBERO E I RAMI
Sono rimasto assorto, dopo le considerazioni sul
tronco, nella contemplazione dei rami dell’albero. Li ho visti nella loro
complessa architettura, tracciata in aria come braccia tese a raggiungere
chissà quali orizzonti.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSZYRPD6JO-ksSky0jUn22BbNoblhTlGA8Ayaj65dVr1z4miIC52o66z9t_T9vWBoPnkW9ojTOJpGXb-TJGOL-Vu_OvnD3wqGndQJhtrU252spgagcjOX_fr0ybOTQzXGuJbicYD2Q/s320/ramo1.jpg)
E qui mi sono fermato a meditare sulla socialità
dell’albero, che si allarga, con i suoi rami, ad accogliere nidi di uccelli, e
si riveste di foglie che stormiscono, di gemme che fioriscono e di frutti che
sono l’ultima tappa di un progressivo avvicinamento al prossimo.
Mi sono fermato alla considerazione di quanto sia
importante leggere la vita che è intorno a noi come un’enorme enciclopedia di
insegnamenti, che dischiudono la conoscenza ad una infinità di applicazioni in
cui vediamo di essere inseriti come particelle di un enorme meccanismo, del
quale siamo una piccola parte.
Vedo i rami come braccia che accolgono e proteggono
uccelli, che si rivestono di foglie rumoreggianti, che si dischiudono alle
gemme e si lasciano toccare dal vento e dichiarare il loro canto di amore,
quando il vento arpeggia tra i rami.
La socievolezza è cristallizzata nei rami dell’ albero,
che poi diventa aria purificata da quel dono misterioso tra foglie e ambiente.
Essere socievoli non è solo apertura agli altri, ma
soprattutto ossigeno e linguaggio dello stormire delle foglie, gemme e futuro
di doni più grandi, offerti generosamente a tutti.
Sono rimasto affascinato da quei rami che mi parlavano
di accoglienza, di verde, di aria pura. E in quello stormire di foglie e di
uccelli svolazzanti e nidi nascosti tra i rami, ho percepito il sapore di una
nuova avventura, che ho scoperto, dopo, nei frutti. Sentivo l’albero parlare
nell’agitarsi delle foglie e in tal senso la comunicazione, fatta di suoni
avvolgenti che nascondevano i significati profondi del linguaggio, li percepivo
in tutto il suo meraviglioso stormire.
Venne il caldo e fiorirono le gemme.
Lorenzo
Lorenzo
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