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sabato 10 gennaio 2015

Cavalcando sulle onde







CAVALCANDO

SULLE ONDE



    Nel cielo azzurro, solcato da soffici e tenui nuvole bianche, il sole ha iniziato la sua corsa ed ora si riflette nel  bel mezzo del mare. È mezzogiorno.

       L’aria è calda e il vento soffia leggero increspando l’acqua. Gioca con essa, creando piccole onde che si rincorrono, senza posa, fino a raggiungere la riva, spumeggiando.

       Ed ecco che, sulla cresta si un’ onda, appare un piccolo cavalluccio marino in cerca di nuove esperienze. Si guarda attorno, si stiracchia un po’, tira fuori un respiro e … via, si lancia nell’avventura, cavalcando sulle onde e lasciandosi trasportare dal movimento delle acque.

Sogna di vivere momenti felici, di scoprire cose nuove, di provare gioie inattese ma … un pericolo è già in agguato. Ad un certo punto della sua  cavalcata, il poveretto non si accorge che il suo mezzo di trasporto non è più l’onda, bensì la pinna di una squalo che squarcia le acque tranquille del mare, agitandole e turbandole. 


L’enorme cetaceo tiene d’occhio la sua preda, piuttosto minuta. « E’ sempre meglio di niente », pensa. All’ improvviso, però, s’ode un grido d’aiuto. Il cavalluccio si rende conto, soltanto ora, della terribile situazione in cui si trova ed è nel panico. Gli viene in soccorso il vento, non certo amico, che scatena una tempesta furibonda. Il mare s’ingrossa e un’onda gigantesca trascina lontano il piccolo animale velocemente, malmenandolo. Questi è stremato e, soprattutto, spaventato dal sibilo furente del vento e dal ruggito del mare. Viene poi abbandonato sulla spiaggia, imbiancato dalla spuma delle acque.

Quando si riprende, vede davanti a sé un granchio che lo fissa con interesse e tenta di afferrarlo con le sue chele. Pregusta, anzitempo, un certo sapore. « E’sempre bene accontentarsi di ciò che ti capita », si dice. Il cavalluccio trema di paura, strabuzza gli occhi ed emette suoni strani. È come un preda ad un delirio.

Lo ode una scimmietta, appostata sul ramo di una palma, intenta a lanciare noci di  cocco ai malcapitati passanti. Punta il granchio che la guarda impietrito e fa appena in tempo a schivare il tiro e fuggire. Poi è la volta del cavalluccio che giace esanime sulla sabbia ma, la noce tirata, favorisce un’onda che, lambendo la spiaggia, lo riporta nel mare dove riprende le sue forze.

Ora sente dolore per la triste avventura provata. Ha voluto conoscere nuovi mari, nuove spiagge. Si è fidato così tanto delle impressioni che aveva di sé stesso e ascolta la voce del suo cuore ch’ è quasi un monito: «Ti chiamano cavalluccio marino ma non possiedi le caratteristiche del cavallo, agile e possente. Non puoi vantare la tua forza perché sei debole, né la velocità per trottare in qualsiasi mare, in quanto sei lento ».

Il cavalluccio sta per sprofondare nello sconforto più grande quando, d’improvviso,  percepisce la voce amorevole del padre che lo chiama, angosciato. Questi non ha mai cessato di cercare il suo piccolo che, solamente adesso, sente,  nella tenerezza del genitore il calore della vita.



 
              

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Ritrova quell’origine

da cui procedono tutte le cose,

anche se queste possono apparire

banali e prive di interesse.

Non puntare sulle tue sensazioni

e desideri di grandezza,

ma vivi la bellezza

delle esperienze semplici,

nascoste nel tuo quotidiano.

In esse scoprirai la vera gioia.



                                                   Inco

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