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sabato 25 ottobre 2014

Pietà





PIETA’
Essa si china
sulla debolezza …


La legge della sopravvivenza, nel regno animale, conosce il dominio del forte sul debole, arrivando perfino a sopprimerlo per i propri bisogni.

L’uomo scavalca questa legge, va oltre, usando la propria virulenza per indurre del male agli inetti. Quanti fatti dolorosi sulle pagine dei nostri giornali !

Ma esiste un sentimento profondo del cuore che è la pietà. Essa si china sulla debolezza del prossimo: lo raccoglie, lo protegge, lo difende, gli dona amore e sicurezza.

La seguente storia mette in luce l’astuto progetto di morte dei merli verso poveri lombrichi. Quest’immagine, però, viene usata solo per evidenziare la violenza contro creature inermi.



La sveglia segna le cinque del mattino. Mi desta il fischiare dei merli che già scorazzano per il giardino, ancora assonnato.

I fiori tardano, stamane, ad aprire le loro corolle. Nel cielo il sole ha appena accennato la sua comparsa inviando, come messaggera,  una nuvola colorata. Le stelle iniziano a spegnersi ad una ad una, nostalgiche della notte trascorsa in silenzio, per vegliare sulla terra addormentata, avvolta da quel manto trapuntato da molteplici punti di luce.

Ma ecco un movimento nelle fresche aiuole. Piccolissimi montarozzi di terra umida segnalano la presenza dei lombrichi che vengono stanati dagli uccelli e divorati. Si appostano davanti a quei buchi con occhi accesi e impazienti, in attesa di quei malcapitati animaletti, ignari della loro fine.

Eppure una gigantesca girandola, messa a guardia dei fiori, tenta affannosamente di muovere le sue eliche per mettere in fuga i predatori. Sono sforzi vani.

« Ha forse un senso la mia presenza ? Com’è cambiato il mondo ! Non faccio più paura a nessuno. Un tempo bastava solo le mie giravolte per incutere timore ». E’ il triste e accorato lamento della girandola, mentre i merli, beffandosi  di  essa, s’adoperano a rovistare la terra, sparpagliandola ovunque.

All’improvviso s’ode un grido disperato: «Aiuto ! Aiuto ! Non farmi del male ! Sono piccolo e indifeso » urla un piccolo verme. Ma un becco impietoso, cerca di buttar fuori da un’aiuola, mucchietti di terra per stanare l’ultimo sopravvissuto di una famiglia di lombrichi. « Pietà ! Pietà ! Lasciami vivere » continua ad implorare il vermetto .

Il merlo risponde sorpreso: « Pietà ? Strano, non ho mai inteso questa parola. M’è nuova ! Lasciarti vivere, poi, non se ne parla nemmeno, ho tanta fame ».

Sta per catturarlo quando un vento gagliardo mette in moto l’enorme girandola che prende a girare vorticosamente, con un forte sibilo, dovuto al movimento veloce delle pale. È un fischio terribile, mai udito prima. Mossa a pietà, essa aveva segretamente implorato di aiutare il lombrico, non avendo la capacità di risolvere il problema, con i mezzi che aveva a disposizione. E il vento aveva soffiato con forza !


Il merlo, impaurito, abbandona la presa e vola via senza indugio. La girandola, invece, continua a muovere le sue eliche colorate, dalle quali s’ode quel fischio impressionante. Il lombrico, intanto, vedendo allontanarsi il suo aggressore, lancia un sospiro di sollievo, mentre un raggio di sole accarezza la sua gioia umile e gradita. È il suo momento di pace.

Così il vento e la girandola, insieme, salvano il piccolo verme di terra, rimasto ormai solo e in tal modo si fanno garanti della sua vita. Tutto era nato dal vento gagliardo che si era fatto partecipe della pietà di quella girandola.



Lascia emergere, dal tuo cuore, il profumo della pietà, che rende l’affanno del prossimo, oggetto di attenzione.

                                                             Inco

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