PIETA’
Essa
si china
sulla
debolezza …
La legge della sopravvivenza, nel regno animale, conosce il dominio del
forte sul debole, arrivando perfino a sopprimerlo per i propri bisogni.
L’uomo scavalca questa legge, va oltre, usando la propria virulenza per
indurre del male agli inetti. Quanti fatti dolorosi sulle pagine dei nostri
giornali !
Ma esiste un sentimento profondo del cuore che è la pietà. Essa si china
sulla debolezza del prossimo: lo raccoglie, lo protegge, lo difende, gli dona
amore e sicurezza.
La seguente storia mette in luce l’astuto progetto di morte dei merli verso
poveri lombrichi. Quest’immagine, però, viene usata solo per evidenziare la
violenza contro creature inermi.
La sveglia segna le cinque del mattino. Mi desta il fischiare dei merli che
già scorazzano per il giardino, ancora assonnato.
I fiori tardano, stamane, ad aprire le loro corolle. Nel cielo il sole ha
appena accennato la sua comparsa inviando, come messaggera, una nuvola colorata. Le stelle iniziano a
spegnersi ad una ad una, nostalgiche della notte trascorsa in silenzio, per
vegliare sulla terra addormentata, avvolta da quel manto trapuntato da molteplici
punti di luce.
Ma ecco un movimento nelle fresche aiuole. Piccolissimi montarozzi di terra
umida segnalano la presenza dei lombrichi che vengono stanati dagli uccelli e
divorati. Si appostano davanti a quei buchi con occhi accesi e impazienti, in
attesa di quei malcapitati animaletti, ignari della loro fine.
Eppure una gigantesca girandola, messa a guardia dei fiori, tenta
affannosamente di muovere le sue eliche per mettere in fuga i predatori. Sono
sforzi vani.
« Ha forse un senso la mia presenza ? Com’è cambiato il mondo ! Non faccio
più paura a nessuno. Un tempo bastava solo le mie giravolte per incutere timore
». E’ il triste e accorato lamento della girandola, mentre i merli,
beffandosi di essa, s’adoperano a rovistare la terra,
sparpagliandola ovunque.
All’improvviso s’ode un grido disperato: «Aiuto ! Aiuto ! Non farmi del
male ! Sono piccolo e indifeso » urla un piccolo verme. Ma un becco impietoso,
cerca di buttar fuori da un’aiuola, mucchietti di terra per stanare l’ultimo
sopravvissuto di una famiglia di lombrichi. « Pietà ! Pietà ! Lasciami vivere »
continua ad implorare il vermetto .
Il merlo risponde sorpreso: « Pietà ? Strano, non ho mai inteso questa
parola. M’è nuova ! Lasciarti vivere, poi, non se ne parla nemmeno, ho tanta
fame ».
Sta per catturarlo quando un vento gagliardo mette in moto l’enorme
girandola che prende a girare vorticosamente, con un forte sibilo, dovuto al
movimento veloce delle pale. È un fischio terribile, mai udito prima. Mossa a
pietà, essa aveva segretamente implorato di aiutare il lombrico, non avendo la
capacità di risolvere il problema, con i mezzi che aveva a disposizione. E il
vento aveva soffiato con forza !
Il merlo, impaurito, abbandona la presa e vola via senza
indugio. La girandola, invece, continua a muovere le sue eliche colorate, dalle
quali s’ode quel fischio impressionante. Il lombrico, intanto, vedendo
allontanarsi il suo aggressore, lancia un sospiro di sollievo, mentre un raggio
di sole accarezza la sua gioia umile e gradita. È il suo momento di pace.
Così il vento e la girandola, insieme, salvano il
piccolo verme di terra, rimasto ormai solo e in tal modo si fanno garanti della
sua vita. Tutto era nato dal vento gagliardo che si era fatto partecipe della
pietà di quella girandola.
Lascia emergere, dal tuo cuore, il profumo della
pietà, che rende l’affanno del prossimo, oggetto di attenzione.
Inco
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