Portare in alto tracce di Cielo
che non si consumano
nel volo
Due aquile volavano alto, una più
dell’altra, e guardavano la terra con gli occhi di chi ha visto le alte cime.
Ricordavano quei bei momenti nei quali la neve imbiancava ogni loro pensiero,
rendendolo luminoso. Più in basso, c’era il lago che veniva contemplato come
uno specchio, nel quale si riflettevano i loro pensieri alati che
trasci-navano, nelle altezze, il bianco candore di tante vette. Era il loro
pa-radiso fatto di molte altre presenze alate mentre, nel loro cuore, si
stagliavano lontano altre vette innevate. Portavano, trasfigurati, i loro
paesaggi celesti, pieni di canti, colori e profumi.
Le aquile non arrestavano il volo, ma si
trascinavano dietro tessuti di paradiso. In mezzo a tanta bellezza c’era il
canto di una ci-cogna che non cessava di stupire il circondario con il suo
canto deli-cato. L’aquila che volava più in basso sentiva di riflettere solo un
paesaggio fatto di vigneti e campi arati e altro non capiva se non quel
messaggio terrigeno, rappresentato da uva e semi germogliati dalla terra.
L’altra, invece, aveva nel suo cuore il biancore delle montagne e altro non
voleva se non parlare di candide cime che le trasferivano, nell’intimo, il sapore
del paradiso. Volavano continuamente portan-dosi dietro la bellezza delle cose
vedute.
Così è la nostra anima, fatta di cose
terrene e di valori superiori intraducibili, ma presenti realmente
nell’intimità dello spirito umano.
Il volo delle aquile continuò tutto il
tempo, trascinandosi anco-ra dietro amore e desiderio. Alla fine avevano
portato nel loro volo pezzi di Cielo con aspirazioni che andavano oltre i
sensi.
Domande:
Cosa
stai trasportando tu?
Ci sono
in te tracce di Paradiso: bellezza, ordine, gusti vari?
Tu cosa
porti nel tuo cuore: pezzi di terra o di Cielo?
Lorenzo