Scivola, con andatura solenne,
sul suo lago color del cielo
dalle acque limpide sorgive,
un incantevole cigno bianco.
Attratto dalla sua bellezza
il sole l’ammira, da lassù,
mentre un timido raggio
lo bagna tutto di luce.
I pesci, al suo passaggio,
guizzano sulle onde
e le papere vezzose
schiamazzano, festose.
Sulla riva lagunare
gli alberi piegano la testa
e gli dicono in coro:
« Come sei bello! ».
Il cigno lusingato
apre allora il becco
ed emette un verso
che tradisce la sua grazia.
« Che verso sgraziato! »,
esclamano stupiti
il sole e il raggio lucente,
le papere pettegole
e gli alberi devoti.
Ma la natura saggia,
così risponde:
« Eppure è una nota
intonata nell’armonia
del grande universo! ».
Il
canto del cigno
Quante voci nel
creato e varietà di suoni e canti e versi!
Insieme formano la
grande orchestra di Dio ed ogni cosa occupa un posto importante ed unico.
Un
giorno la natura captò nell’aria le loro note per comporre una sinfonia. Poi,
invitò tutti a partecipare alla festa con i loro suoni. L’appuntamento era sul
grande lago e c’erano tutti all’ora convenuta. Mancava solo il grande cigno
bianco. Si era nascosto in un punto remoto della laguna, triste e consapevole
della sua voce fuori tono che avrebbe creato disarmonia. Ma la natura lo
designò come solista nella sua grande orchestra.
E il
cigno bianco cantò il suo pezzo scelto, mentre
rispecchiava la sua immagine nel limpido lago appena increspato dal
vento, che raccoglieva i suoi versi e li trasportava verso il Cielo di Dio.
Come vorrei cantare
il mio inno a Te,
Creatore del mondo ma…
è composto, mio malgrado,
da note disarmoniche,
perché nascono tutte
dalla mia miseria.
Il mio canto non può
obnubilare la tua armonia
intessuta di Cielo e d’Eternità.
Allora preferisco ascoltare,
nel mio cuore silenzioso,
ogni nota del tuo canto
toccata da quel mistero
che mi rapisce in Te
e fa sì che la mia anima
si acquieti nella tua pace.
Incoronata
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