Cari amici, riporto di seguito ed in forma estesa il mio articolo recentemente pubblicato sul giornalino della Parrocchia di San Timoteo inerente al recente pellegrinaggio che ho organizzato a Medjugorje, corredato da foto dell'evento. Buona lettura a tutti e viva la Gospa!
"Quando mi è stato chiesto di provare a condividere con i lettori del “SanTimoteo News” le impressioni vissute durante il mio ultimo Pellegrinaggio a Medjugorje, non vi nascondo, ho avuto un attimo di esitazione, perché è mia convinzione, che l’esperienza in quella terra mariana ognuno la viva in modo differente, in base alla propria predisposizione d’animo ed alla capacità di donarsi a Maria.
Quest’anno tutta l’attività, da me organizzata con il supporto dell’Associazione “Il granellino di senape” di Perugia, si è svolta nel periodo 26 aprile – 1° maggio e ha visto la partecipazione di 18 pellegrini giunti da diverse località italiane (addirittura dalla Sardegna!).
"Quando mi è stato chiesto di provare a condividere con i lettori del “SanTimoteo News” le impressioni vissute durante il mio ultimo Pellegrinaggio a Medjugorje, non vi nascondo, ho avuto un attimo di esitazione, perché è mia convinzione, che l’esperienza in quella terra mariana ognuno la viva in modo differente, in base alla propria predisposizione d’animo ed alla capacità di donarsi a Maria.
Quest’anno tutta l’attività, da me organizzata con il supporto dell’Associazione “Il granellino di senape” di Perugia, si è svolta nel periodo 26 aprile – 1° maggio e ha visto la partecipazione di 18 pellegrini giunti da diverse località italiane (addirittura dalla Sardegna!).
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9nQj9wO-z_qqWOob4N1_TO7Bjo2HF3NHbExSZ1Bae2_hdObJjeH6js8dAB_jHS7HPXCkVpl1PhyphenhyphencrfHk-3EG41yct6m4fj45c0rIJ87-VBL2NS-MJcDMVhEDm4Bkf0j4jBb2ZVFSj/s320/Med4.jpg)
Tra la recita di rosari, preghiere e catechesi durante i trasferimenti con il bus, abbiamo raggiunto la nostra meta , dopo una notte passata in nave nelle cabine a noi riservate ed aver cenato e fatta colazione. Il tempo di sistemarci nel confortevole albergo prenotato (Hotel Grace sito a 50 metri dalla Parrocchia di San Giacomo) e consumare il pranzo e, scarpe comode ai piedi e l’immancabile Don Adolfo in testa, ci rechiamo ai piedi del Podbrdo, comunemente chiamata “collina delle apparizioni”, per iniziare la nostra piccola ascensione. Si tratta di una collina brulla e sassosa ove la devozione più comune per i pellegrini che vi salgono è quella di pregare il Santo Rosario e di meditarne i misteri, con l’aiuto delle 15 tavole di bronzo raffiguranti i misteri della Gioia, del Dolore, della Gloria che si trovano lungo il percorso.
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Arrivati in cima, ci siamo uniti in preghiera davanti alla statua della Madonna insieme ad altri Pellegrini provenienti da diverse parti del mondo e recitato l’”atto di consacrazione al cuore immacolato di Maria”. Un momento particolarmente suggestivo e toccante.
Ma il momento più bello della giornata doveva ancora venire: l’adorazione del Santissimo. Forse è la cosa più bella da vivere a Medjugorje. Immersi in una moltitudine di persone incuranti della pioggia e avvolti da un silenzio irreale, si viene come rapiti in un turbinio di emozioni nell’intensità della preghiera e dei canti accompagnati da violini e chitarre. L’emozione in ognuno di noi è palpabile; al termine rientriamo in albergo con gli occhi lucidi ma con l’animo sereno!
Purtroppo il tempo atmosferico non è stato particolarmente clemente, ma non per questo è diminuita la nostra voglia di pregare insieme e di condividere esperienze e problemi. Proprio come hanno fatto con noi i ragazzi della “Comunità Cenacolo” di Suor Elvira, che ospita giovani ex tossico-dipendenti che in quella realtà sono ritornati a vivere. A sentire i loro racconti ci si accorge di quanto basta poco per rovinare la propria esistenza e di quanto è impegnativo il recupero, ma possibile grazie all’abbraccio di una comunità che ha come luce guida le pagine del Vangelo. Ne usciamo colpiti!
Il giorno successivo, altra grande emozione! Abbiamo assistito in un paesino a 25 chilometri da Medjugorje ad una messa per la guarigione dei malati officiata da Padre Petar Ljubicic, al termine della quale ha benedetto singolarmente tutti i presenti imponendo le proprie mani sul capo e segnandolo con la croce.
La pioggia ci ha impedito, per motivi di sicurezza, di salire sul Krizevac, ai più noto come monte della croce, sulla cui cima svetta appunto una croce monumentale alta 8,5 metri realizzata in onore dell’Anno Santo della Redenzione (1933-34) ad opera dei parrocchiani di Medjugorje. Anche per questa collina la devozione per coloro che vi salgono è quella di pregare la “Via crucis”, attività che si può svolgere anche nelle adiacenze della Parrocchia, nelle “stazioni” costruite lungo una sorta di percorso tortuoso realizzato intorno alla statua del “Cristo risorto”.
Ma il momento più bello della giornata doveva ancora venire: l’adorazione del Santissimo. Forse è la cosa più bella da vivere a Medjugorje. Immersi in una moltitudine di persone incuranti della pioggia e avvolti da un silenzio irreale, si viene come rapiti in un turbinio di emozioni nell’intensità della preghiera e dei canti accompagnati da violini e chitarre. L’emozione in ognuno di noi è palpabile; al termine rientriamo in albergo con gli occhi lucidi ma con l’animo sereno!
Purtroppo il tempo atmosferico non è stato particolarmente clemente, ma non per questo è diminuita la nostra voglia di pregare insieme e di condividere esperienze e problemi. Proprio come hanno fatto con noi i ragazzi della “Comunità Cenacolo” di Suor Elvira, che ospita giovani ex tossico-dipendenti che in quella realtà sono ritornati a vivere. A sentire i loro racconti ci si accorge di quanto basta poco per rovinare la propria esistenza e di quanto è impegnativo il recupero, ma possibile grazie all’abbraccio di una comunità che ha come luce guida le pagine del Vangelo. Ne usciamo colpiti!
Il giorno successivo, altra grande emozione! Abbiamo assistito in un paesino a 25 chilometri da Medjugorje ad una messa per la guarigione dei malati officiata da Padre Petar Ljubicic, al termine della quale ha benedetto singolarmente tutti i presenti imponendo le proprie mani sul capo e segnandolo con la croce.
La pioggia ci ha impedito, per motivi di sicurezza, di salire sul Krizevac, ai più noto come monte della croce, sulla cui cima svetta appunto una croce monumentale alta 8,5 metri realizzata in onore dell’Anno Santo della Redenzione (1933-34) ad opera dei parrocchiani di Medjugorje. Anche per questa collina la devozione per coloro che vi salgono è quella di pregare la “Via crucis”, attività che si può svolgere anche nelle adiacenze della Parrocchia, nelle “stazioni” costruite lungo una sorta di percorso tortuoso realizzato intorno alla statua del “Cristo risorto”.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEidPtmtqoqzQI_Eq8q7bgZNIcYXBwWG7KRJzNvBOEmSuzD1XygaYdlH3qkKFy4Zk9H2D5LpYp9Mn8cQrERBzvWW8vt7Aj9DpsMOkGm1q1xOmorMjLr7jQ0OWHVHewKO17mpLTw228/s320/Med2.jpg)
Altro momento significativo che ha caratterizzato il pellegrinaggio è stata la visita al “Villaggio della Madre”, una grande famiglia che mette insieme varie comunità e associazioni. La costruzione e l’attività del Villaggio sono state iniziate, nel 1993, al tempo della guerra in Bosnia ed Erzegovina da fra Slavko Barbarić insieme con le suore francescane della provincia Sacra Famiglia dell’Erzegovina. Tale centro è sorto dalla necessità di accogliere e di provvedere ai bambini rimasti senza casa e senza genitori nel periodo della guerra e del dopoguerra. Al termine della presentazione effettuata da una religiosa del posto, Don Adolfo ha celebrato, solo per noi, la Santa Messa, con una approfondita meditazione delle Scritture del giorno.
Le emozioni continuano con la visita alla comunità di Suor Cornelia delle Suore Missionarie della Famiglia Ferita che anch’esse, fin dall’epoca della guerra in Bosnia-Erzegovina, ospita orfani, vedove e profughi. Particolarmente significativa la testimonianza della religiosa sulle attività svolte dalla comunità e dalla caratteristica di vivere esclusivamente di ciò che fornisce la Provvidenza. Suor Cornelia è dotata di un grande carisma e di una carica positiva che nasce da una sconfinata fiducia nell’aiuto del Signore, che riesce a trasmettere a chiunque la ascolti.
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Anche il giorno della partenza, la domenica, ci ha regalato un’esperienza indimenticabile: siamo riusciti a far aprire, soltanto per noi, la Cappella della Chiesa francescana di San Pietro e Paolo a Mostar, dove l’inesauribile Don Adolfo ha celebrato una toccante messa per il nostro gruppo. A seguire abbiamo avuto il tempo anche per un momento turistico-culturale con la visita del centro storico di Mostar.
Molto ci sarebbe ancora da raccontare, ma voglio chiudere con la testimonianza della forte comunione che il condividere questa esperienza ha fatto nascere nel gruppo di pellegrini, molti dei quali prima della partenza non si conoscevano tra di loro. La forte voglia di sentirci uniti nella preghiera ha fatto si che il gruppo sia rimasto in contatto quotidiano attraverso un gruppo di Whatsapp appositamente creato e con l’intenzione di riunirsi periodicamente per pregare insieme e rinnovare lo “spirito” di Medjugorje.
L’organizzazione di questo pellegrinaggio è stata per me molto impegnativa in quanto fino alla fine sembrava impossibile mettere insieme un numero sufficiente di persone. Devo dare atto al nostro caro Don Lorenzo di avermi incoraggiato a non perdere mai la fiducia in Maria, anche quando tutto sembrava dovesse “andare a monte”. E infatti, anche questa volta non siamo rimasti delusi; anzi, posso dire che dopo sei anni di pellegrinaggi a Medjugorje questo è stato per me ancora più intenso e fonte di immensa grazia, tanto da spingermi a prenotare già le stanze d’albergo per il pellegrinaggio dell’anno prossimo, che si svolgerà di nuovo dal 26 aprile al 1° maggio 2018."
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Foto Đani |
Tony Costa
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