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domenica 8 maggio 2016

Cogito, ergo sum: un pensiero estremamente complesso

Non credo che esista una comprensione esauriente di ogni cosa che vogliamo conoscere. Esiste sempre un lato buio, nascosto, misterioso che sfugge alla nostra comprensione. È l’aspetto del mistero che giace nel fondo di ogni comprensione. Così ho fatto una prima fondamentale esperienza, che poi fu quella di Cartesio che, volendo partire da un concetto chiaro e preciso formulò la sua celebre frase: Cogito ergo sum. Ma forse non s’accorse (oppure lo fece, ma soprassedette ) che pensare non è il semplice raggranellare nella mente un’attività “amorfa” in cui non bado a null’altro che far funzionare il mio cervello.
E no’ caro Cartesio, perché il  cogito parte da una premessa estremamente complessa che è definita da me: pensare non è la più semplice delle elaborazioni mentali, se non lo riempio di comprensione che dà valore a quanto chiamo “pensare”. Non voglio andare avanti, ma solo riscontrare che anche nelle operazioni più semplici vi è un qualcosa che le rende meravigliosamente complesse. E questo lo dico non per fare il difficile, ma perché anche il buon Cartesio non ha trovato un punto di partenza ma un punto di convergenza di tanti pensieri che lo rendono simpaticamente un uomo confuso. E questo mi ha portato a capire quanto sia difficile trovare una cosa semplice e riduttiva, senza sprofondare nel più abissale dei misteri che sono alla base del nostro vivere e capire.
Quanta attenzione dobbiamo fare nel nostro ragionamento, così complesso e pieno di misteri: anche la frase più semplice può nascondere mille trappole che insidiano la nostra naturale voglia di partire da un punto chiaro e semplice. Questo vale soprattutto per quelle persone che hanno la presunzione di raggiungere gli abissi della propria mente. Tanti smarrimenti iniziano col voler essere ritrovamenti. Un consiglio: non affidiamoci alle nostre ragioni, come capisaldi di ogni verità. Purtroppo siamo malati di confusione mentale. Iniziata quando Eva pensò di trovare sapienza in quel frutto che colse nel giardino, credendo che fosse la sorgente della sapienza.
                                                                                                                                         Lorenzo.

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