Non
credo che esista una comprensione esauriente di ogni cosa che vogliamo
conoscere. Esiste sempre un lato buio, nascosto, misterioso che sfugge alla
nostra comprensione. È l’aspetto del mistero che giace nel fondo di ogni
comprensione. Così ho fatto una prima fondamentale esperienza, che poi fu
quella di Cartesio che, volendo partire da un concetto chiaro e preciso formulò
la sua celebre frase: Cogito ergo sum. Ma forse non s’accorse (oppure lo fece,
ma soprassedette ) che pensare non è il semplice raggranellare nella mente
un’attività “amorfa” in cui non bado a null’altro che far funzionare il mio
cervello.
E
no’ caro Cartesio, perché il cogito
parte da una premessa estremamente complessa che è definita da me: pensare non
è la più semplice delle elaborazioni mentali, se non lo riempio di comprensione
che dà valore a quanto chiamo “pensare”. Non voglio andare avanti, ma solo
riscontrare che anche nelle operazioni più semplici vi è un qualcosa che le
rende meravigliosamente complesse. E questo lo dico non per fare il difficile,
ma perché anche il buon Cartesio non ha trovato un punto di partenza ma un
punto di convergenza di tanti pensieri che lo rendono simpaticamente un uomo
confuso. E questo mi ha portato a capire quanto sia difficile trovare una cosa
semplice e riduttiva, senza sprofondare nel più abissale dei misteri che sono
alla base del nostro vivere e capire.
Quanta
attenzione dobbiamo fare nel nostro ragionamento, così complesso e pieno di misteri:
anche la frase più semplice può nascondere mille trappole che insidiano la
nostra naturale voglia di partire da un punto chiaro e semplice. Questo vale
soprattutto per quelle persone che hanno la presunzione di raggiungere gli
abissi della propria mente. Tanti smarrimenti iniziano col voler essere
ritrovamenti. Un consiglio: non affidiamoci alle nostre ragioni, come capisaldi
di ogni verità. Purtroppo siamo malati di confusione mentale. Iniziata quando
Eva pensò di trovare sapienza in quel frutto che colse nel giardino, credendo
che fosse la sorgente della sapienza.
Lorenzo.
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