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sabato 28 maggio 2016

Il mio primo respiro


Vivi la presenza di Dio
fin dal tuo primo mattino.
Diventa la sua luce, che illumina il buio
della vita degli uomini.




            Il mio primo respiro sei Tu, Dio dell’infinito.
Mentre l’ultimo stella si dilegua nel cielo assorbita dalla luce dell’alba, la mia anima si apre a Te, in una invocazione di lode.
Ti dico «grazie» per la vita che mi hai donato in questo nuovo giorno, come pegno d’amore.
Contemplo e vivo la tua amabile presenza che passa nel mio silenzio interiore, bagnandomi di luce. Tu hai già iniziato a contare i miei passi e sai già quali sentieri, oggi, percorreranno. Stai anche ascoltando i battiti del mio cuore per carpirne i tocchi d’amore, nascosti nelle cose più semplici e tradotti in segni visibili per gli altri.
Questi diventeranno come tanti punti luminosi, che raggiungeranno i luoghi bui della vita degli uomini.
     Tu, Signore, luce intramontabile senza orizzonti, mi hai investito della tua luce rendendomi: luce del mondo.
                                                         Inco

domenica 22 maggio 2016

Accettami così


Presentati a Dio come sei,
con semplicità ed umiltà.
Sperimenta la sua vita divina
nel cielo della tua anima
dove Lui è eternamente presente.


Accettami così, misericordioso Dio, con l’indigenza e la fragilità del mio essere: sono Tuo!
Mi rivolgo a Te con pensieri semplici dettati dal cuore, che poggiano unicamente sull’umile desiderio di incontrarti. So che Tu ami il silenzio delle parole silenziose, perché non fanno rumore. Esse giungono al tuo orecchio e vengono dopo raccolte dal tuo amore denso di mistero, per offrirle a Te in dono. Sei nascosto al mio sguardo, ma la mia fede Ti rende visibile alla mia anima e accorcia la distanza che mi separa da Te.
Tu vivi in me ed io divento un angolo di cielo, dove regnano la tua pace e la tua gioia fuse nell’armonia della tua presenza divina.
Ti contemplo, mio Signore, in questo mio piccolo cielo, raccolto dentro, in devoto atteggiamento di gratitudine e di adorazione.
                                                Inco

domenica 15 maggio 2016

E' il vento


Quante volte, il ricordo di realtà vissute
si affacciano nella tua mente.
Esse ricevono dal Signore, nel tuo presente,
un tocco della sua luce e, illuminate,
le rivivi in te in modo diverso.
 




È il vento che solleva nell’aria del deserto della mia vita, piccoli granelli di storia vissuta nei miei anni trascorsi.

Quanti ricordi di Te, mio Dio! Tu eri presente in ogni mia vicissitudine umana e spirituale, anche quando non ti vedevo o ti credevo lontano. C’eri quando le tempeste delle ore difficili annebbiavano la mia vista e annullavano la mia rotta, cancellandone la traccia, come quella della mie orme impresse nella sabbia del quotidiano. Avanzavo nel mio tempo, solo e impaurito, con passi incerti e tremanti.

Signore di ogni tempo, celeste e terreno, Dio del silenzio, dei pensieri e dei desideri nascosti, vieni! Raccogli, oggi, in Te, questa fragile esistenza che mi hai dato: accendila con il tuo amore e rendila luminosa con la tua luce.
                                                           Inco

domenica 8 maggio 2016

Cogito, ergo sum: un pensiero estremamente complesso

Non credo che esista una comprensione esauriente di ogni cosa che vogliamo conoscere. Esiste sempre un lato buio, nascosto, misterioso che sfugge alla nostra comprensione. È l’aspetto del mistero che giace nel fondo di ogni comprensione. Così ho fatto una prima fondamentale esperienza, che poi fu quella di Cartesio che, volendo partire da un concetto chiaro e preciso formulò la sua celebre frase: Cogito ergo sum. Ma forse non s’accorse (oppure lo fece, ma soprassedette ) che pensare non è il semplice raggranellare nella mente un’attività “amorfa” in cui non bado a null’altro che far funzionare il mio cervello.
E no’ caro Cartesio, perché il  cogito parte da una premessa estremamente complessa che è definita da me: pensare non è la più semplice delle elaborazioni mentali, se non lo riempio di comprensione che dà valore a quanto chiamo “pensare”. Non voglio andare avanti, ma solo riscontrare che anche nelle operazioni più semplici vi è un qualcosa che le rende meravigliosamente complesse. E questo lo dico non per fare il difficile, ma perché anche il buon Cartesio non ha trovato un punto di partenza ma un punto di convergenza di tanti pensieri che lo rendono simpaticamente un uomo confuso. E questo mi ha portato a capire quanto sia difficile trovare una cosa semplice e riduttiva, senza sprofondare nel più abissale dei misteri che sono alla base del nostro vivere e capire.
Quanta attenzione dobbiamo fare nel nostro ragionamento, così complesso e pieno di misteri: anche la frase più semplice può nascondere mille trappole che insidiano la nostra naturale voglia di partire da un punto chiaro e semplice. Questo vale soprattutto per quelle persone che hanno la presunzione di raggiungere gli abissi della propria mente. Tanti smarrimenti iniziano col voler essere ritrovamenti. Un consiglio: non affidiamoci alle nostre ragioni, come capisaldi di ogni verità. Purtroppo siamo malati di confusione mentale. Iniziata quando Eva pensò di trovare sapienza in quel frutto che colse nel giardino, credendo che fosse la sorgente della sapienza.
                                                                                                                                         Lorenzo.

mercoledì 4 maggio 2016

Immagine riflessa


IMMAGINE RIFLESSA



Un cane costeggiava un fiume dalle acque limpide, che catturava in sé, l’azzurro del cielo con i riflessi del sole.
Aveva sete e si fermò a lambire un po’ di quell’ acqua benefica, per dissetarsi. Ma restò sorpreso, anzi alquanto turbato, quando vide un altro cane che lo guardava e gli rubava ciò che era suo. Allora si mise ad abbaiare per cacciar via l’intruso, che se ne stava immobile a fissarlo come faceva lui.
Gli disse, nel suo linguaggio:
-   Ehi, tu, chi sei? Da dove sbuchi fuori? Vattene, brutto ladro!
S’accorse, però, che quello scimmiottava le sue parole ed i suoi gesti. Così, si tuffò nel corso d’acqua, con l’intento di fargliela pagare. S’azzuffarono. S’agitò il fiume e l’acqua s’increspò per il gran movimento, poi ritornò tranquilla. Il cane s’avvide che, nel suo specchio, era ancora presente quell’essere che ignorava, pur essendo dissimile. Ora lo induceva anche a raggiungerlo nel profondo: una sfida che accettò come unico modo per farlo sparire.
Così fece. Con un salto gli fu sopra, purtroppo lottò contro se stesso e annegò, vittima soltanto della sua immagine riflessa.

Quante volte riflettiamo la nostra immagine nello specchio della vita e non ci riconosciamo!
                                       Inco

domenica 1 maggio 2016

Dove ti nascondi Signore?


DOVE TI NASCONDI,

SIGNORE ?


La fede oltrepassa
il limite dei tuoi sensi.
È oltre.
Essa ti chiede soltanto
di entrare nel silenzio del tuo Dio
per trovarlo.



         Dove ti nascondi, Signore ? Mi affanno a cercarti in questo mio spazio di vita, così ristretto. Dove sei?
Tento di scoprire in ogni angolo della mia storia, annebbiata dal dolore, un segno della tua presenza e non ci sei. Sfoglio ogni pagina del mio vissuto, per leggere parole tracciate dal tempo, ma non scorgo il tuo nome amico.
Chiedo di Te, a chi incontro, e tutti mi rispondono :
« Ma noi non conosciamo Dio. Chi è? Perché ci tieni tanto a lui?».
Eppure, mio Dio, io so che tu sei accanto a me, anche se ora non ti sento. Mi sei presente, anche se non ti vedo.
Nel silenzio del cuore mi ammaestri e ti fai conoscere da me con il tuo silenzio.
Mi dici:
« Tu sei prezioso ai miei occhi. Mi appartieni!».
                                                       
                                                            Inco