La volta stellata
Da bambino mi
affascinava guardare il cielo di notte perché vedevo quelle inafferrabili
stelle che popolavano la volta celeste. Nella mia mente infantile il firmamento
era un’immensa copertura con tanti buchi, che mascherava una grandissima luce ,
al di là del cielo.
Mi ero data una
spiegazione che mi affascinava perché quel faro immenso che era la causa di
tante stelle, per me era un dato incontrovertibile. Crescendo, capii che le mie
ragioni infantili erano insufficienti e fantasiose, ma mi restò, nonostante
tutto come una ragione suprema che spiegava un dato per me molto importante.
Era la spiegazione della verità, come il
riflesso di una enorme fonte luminosa che attraversa ogni realtà, rendendola
affascinante.
In ogni cosa
vedevo la ragione del bello, del vero e dell’armonia grazie a quell’unica luce
che brillava alle spalle di tutte le fatture create. Non vi era errore
possibile se non come una parte della stessa luce che, diminuendo, chiamavo ombra,
oppure oscurità o incapacità di affrontare la luminosità. Questo mi appariva
così lampante quando, nelle calde serate d’estate, chiuso nella mia stanzetta,
vedevo a poco a poco affievolirsi la luce e, senza accorgermene, restavo
immerso in una densa penombra che rasentava il buio. Dovunque scorgevo luci ed
ombre, ammirando il gran cielo stellato e desideravo una irrefrenabile voglia
di riempire la mie pupille di quella luminosità che rischiarava ogni cosa in
questo mondo, Essa non si vede a prima vista, perché sta dietro ogni realtà. In
tal modo la verità mi diventava come una trafittura di luce ed io ero estasiato
da tanta bellezza ed ordine.
Questo l’ho conservato
anche crescendo, ed ora le cose mi appaiono come tanti buchi che lasciano
filtrare la luce. Ovunque contemplo questa meraviglia e voglio farla arrivare a
tutti. Attendo il momento in cui ammirerò la grande luce. Intanto vivo
nell’attesa di vedere ogni creatura come un forellino, attraverso il quale
filtra un bagliore di verità.
Lorenzo
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