NARCISO
il loro simbolo è: armonia
21 marzo. In montagna la primavera si è
destata dopo il lungo sonno invernale. Si preannuncia, oggi, una giornata
fresca e serena.
Il sole si è
vestito d’un manto di luce nel cielo azzurro e, con i suoi raggi luminosi,
raggiunge ogni angolo buio che acquista un’aria di festa.
Intravedo, tra
il verde che copre i pendii, dei fiori bianche che emanano un delicato profumo:
sono i narcisi. Appaiono solitari, eretti sul loro stelo adorno di foglie
anch’esse erette, che creano una certa eleganza. Questi fiori sono molto
appariscenti. Hanno il perigonio aperto, rotato e coronata centrale a tromba: è
il centro dei fiori. Per tal motivo sono chiamati anche con l’appellativo di
Tromboni e Trombette.
Cammino per i
sentieri della montagna, lasciandomi sorprendere dalla bellezza della natura,
ma il mio cuore è afflitto. È
un’afflizione che appartiene ad una storia particolare che mi avvicina ad una
giovani coppia di amici in crisi per il loro matrimonio che si sta sgretolando.
Pensano di separarsi per motivi di vicendevole incomprensione. Ciò mi addolora
molto. Negli occhi del loro bimbo di cinque anni leggo tanta tristezza.
Sono immersa in
questo pensiero, quando mi giunge una voce dalla bellissima distesa dei bianchi
narcisi. Mi avvicino ed odo suoni curiosi e festanti. Mi sento chiamare e
invitare da un Trombone: «Amica, vuoi partecipare al nostro concerto mattutino?
È gratuito per te. Farai un’esperienza che ti procurerà una gioia inattesa ».
Questo invito
entra nel mio cuore come acqua fresca che irrora il deserto del mio turbamento.
Lo sento come un balsamo meraviglioso che viene a lenire le ferite della mia
angoscia. Accetto subito, grata dell’invito.
Noto tanti
piccoli insetti che prendono posto nei vari Tromboni e Trombette. Poi intonano,
nei loro strumenti, una dolce melodia da
capogiro. Che armonia di accordi ed espressioni musicali! Un suono ad arte da
lasciare stupiti.
I fiori
aromatici, poi, si lasciano cullare dal vento leggero che suggerisce loro le
parole di un canto. I narcisi cantano, emanando un soave odore.
Tutto è così ben
intonato. Comprendo che il loro simbolo è l’armonia.
Approfondisco il
messaggio corale del canto:
« Vieni con noi,
quando sei
triste
e proverai la
gioia
di un’armonia
leggiadra
che sa di cielo.
E la riporterai
nella tua terra
ch’ è il tuo
cuore mesto
bagnato di
pianto.
Vieni e
apprenderai
che solo il bene
vince ogni male;
che solo l’amore
ricolma ogni
vuoto
e riaccende la
vita perduta.
Vieni con noi
e udrai suonare
il canto della
pace
che sparge
nell’aria
un profumo di
note,
confuse con
scintille di luce.
Non sentirai più
la mestizia del
tempo,
né lo
smarrimento
nelle tue ore.
Vieni, a nel tuo
cuore
il pianto
diventerà
melodia celeste
».
Ho l’anima piena
di emozione e mi lascio ancora trasportare da questo meraviglioso momento,
quando mi giunge all’orecchio il suono di una trombetta. Alzo lo sguardo e
vedo, in lontananza, un bimbo che avanza col suo giocattolo, gioioso.
Poi scorgo i
miei amici che mi vengono incontro felici, stretti in un abbraccio.
Ecco l’evento
nuovo e straordinario nato da questo concerto così ricco di semplicità, che mi
ha fatto ritrovare l’armonia nel mio intimo.
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