C’è una bellissima
fontana in un giardino, con una vasca molto grande che accoglie pesci
variegati, piccoli e briosi. Alberi maestosi e fiori profumati, sparsi nelle
aiuole, la esaltano.
E c’è anche una
barchetta di carta, che galleggia tranquilla sull’acqua. Chissà chi l’ha
costruita e l’ha poi affidata alla fonte, perché la custodisse e se ne
prendesse cura, seguendola nella sua navigazione. Il piccolo naviglio è felice.
Gira in tondo in quel bacino che è il suo mare e i pesciolini lo seguono
animosamente ma … c’è sempre un “ma”
in ogni storia a lieto fine o triste. Dipende dal lettore.
Un getto della
fontana investe, a causa di un soffio di vento, la piccola imbarcazione e la
colma d’acqua, facendola girare vorticosamente su se stessa. La carta s’inzuppa
e la barchetta cola a picco, lasciando in superficie dei cerchi che, man mano,
si allargano raggiungendo i bordi della vasca. Sembra un quadretto affliggente,
ma ecco che salgono su, tante bollicine frizzanti, che creano un’aria di festa
e danno un tocco di gioia alla fontana. I pesci s’affrettano a catturare quelle
magiche gocce come segnali d’amore che la barchetta invia dal suo fondo
azzurro, dove ora riposa.
Ti prego …
Com’è
fragile la mia vita,
mio
potente Dio!
È
simile ad una barca di carta
che
s‘impregna d’acqua
e
affonda senz’alcuna difesa.
Ma
Tu mi accogli
nel
fondo del tuo abisso,
misericordioso
Signore
e il
tuo amore infinito
mi
trasforma, come d’incanto,
in
tocchi di tenerezza
per
la gioia dei semplici.
Nessuna
cosa ha una fine,
ma
solo un fine misterioso
che
tocca le corde intime
del
mio cuore povero,
esprimendo
una melodia
come
richiamo di Cielo.
Fammi
restare con Te
e
riposare nella tua pace
là
dove Tu hai raccolto
la
mia debolezza.
Ch’io
possa vivere in me
il
tuo abbandono di Padre
che mi
ama teneramente.
Incoronata
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