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lunedì 23 luglio 2018

La ragnatela - Ogni bellezza finisce.



Una sera, un piccolo ragnetto pensò a lungo come costruire una tela, in un punto oscuro.

La tessitura durò tre notti e la cosa più bella furono le attaccature agli angoli del soffitto. Era una ragnatela perfetta, tessuta con tanti fili che la rendevano stupenda a vedersi. L’ingegnoso animaletto voleva solo accalappiare insetti, di cui si sarebbe saziato. Contemplava il suo lavoro con soddisfazione, soprattutto visto alla luce del sole che si rifletteva nella sua perfetta forma di inquadramento. Pensò all’efficacia della sua fattura. Era orgoglioso ogni qualvolta un insetto s’incagliava in quegli armoniosi e intrigati fili che egli aveva accuratamente tessuti.

Ma ogni opera delle creature ha un termine d’inizio e di finitura.

Un pomeriggio, il ragno sentì un rumore assordante. Un calabrone inseguiva una sua preda e, senza fare molta attenzione, incappò in quella meravigliosa tessitura che aleggiava tra le pareti del soffitto e, con il suo volo impetuoso, sgarrò la tenue ragnatela, rovinando quell’opera che tanto era costata al ragnetto. Tutti i suoi sogni svanirono e restò solo la fragilità di quel lavoro che appariva in tutta la sua estrema debolezza.

Il piccolo animale pensò di quanta inconsistenza fossero le opere di questo mondo, tanto più belle erano, quanto più apparivano precarie e fragili. Si chiese fino a che punto serve la bellezza se poi finisce come tutte le cose che chiamiamo bruttezza.

Il ragno si addormentò in quello spiraglio così triste a vedersi.
                                                                                                  
                                                                Lorenzo

mercoledì 18 luglio 2018

Tocchi di gioia


C’è una bellissima fontana in un giardino, con una vasca molto grande che accoglie pesci variegati, piccoli e briosi. Alberi maestosi e fiori profumati, sparsi nelle aiuole, la esaltano.
E c’è anche una barchetta di carta, che galleggia tranquilla sull’acqua. Chissà chi l’ha costruita e l’ha poi affidata alla fonte, perché la custodisse e se ne prendesse cura, seguendola nella sua navigazione. Il piccolo naviglio è felice. Gira in tondo in quel bacino che è il suo mare e i pesciolini lo seguono animosamente ma … c’è sempre un “ma”  in ogni storia a lieto fine o triste. Dipende dal lettore.


Un getto della fontana investe, a causa di un soffio di vento, la piccola imbarcazione e la colma d’acqua, facendola girare vorticosamente su se stessa. La carta s’inzuppa e la barchetta cola a picco, lasciando in superficie dei cerchi che, man mano, si allargano raggiungendo i bordi della vasca. Sembra un quadretto affliggente, ma ecco che salgono su, tante bollicine frizzanti, che creano un’aria di festa e danno un tocco di gioia alla fontana. I pesci s’affrettano a catturare quelle magiche gocce come segnali d’amore che la barchetta invia dal suo fondo azzurro, dove ora riposa.




                                    Ti prego    

Com’è fragile la mia vita,
mio potente Dio!
È simile ad una  barca di carta
che s‘impregna d’acqua
e affonda senz’alcuna difesa.             
Ma Tu mi accogli
nel fondo del tuo abisso,
misericordioso Signore
e il tuo amore infinito
mi trasforma, come d’incanto,
in tocchi di tenerezza
per la gioia dei semplici.
Nessuna cosa ha una fine,
ma solo un fine misterioso
che tocca le corde intime
del mio cuore povero,
esprimendo una melodia
come richiamo di Cielo.
Fammi restare con Te
e riposare nella tua pace
là dove Tu hai raccolto
la mia debolezza.
Ch’io possa vivere in me
il tuo abbandono di Padre 
che mi ama teneramente.  


                                                   Incoronata