Nel
cielo grigio, voli d’uccelli
s’innalzano
ai margini
di
nuvole gonfie di acqua.
È
giunto già l’autunno
rivestito
di delicati colori
e
di nebbie evanescenti.
Estesi
campi verdeggianti,
nelle
frescure notturne,
accolgono
gocce rugiadose
che
brillano ai caldi raggi
d’un
sole autunnale
il
quale splende ora, lieto,
in
un pezzo di cielo
ritagliato
d’azzurro.
E
ancora, filari d’alberi
che
liberano dai rami
foglie
colorate, ormai spente.
Eccole
trasportate dal vento
qua
e là nell’aria,
gemendo
tristemente.
Il gioco del vento
L’autunno si era affacciato nel suo
giorno settembrino: un ingres-so triste il suo.
Il sole si era nascosto dietro le nuvole, che avevano ricoperto
completamente l’azzurro. Gli uccelli vagavano nello spazio muto e
silenzioso, come smarriti e solitari. Solitari erano anche gli alberi che
vedevano cadere le loro foglie dai rami, i quali mostravano, ora, solo nidi
vuoti e assenza di vita. Mancavano la gioia e il canto.
Certo è che aleggiava una certa
tristezza.
Il vento, allora, si alzò e inventò
un gioco originale. Si mise a cat-turare tutte le foglie colorate degli alberi
e le trasportava nell’aria in un turbinìo sempre più veloce, facendole girare
vorticosamente dal basso in alto e dall’alto in basso.
Era una danza bellissima! Le foglie
danzavano nell’ebrezza del vento che le aveva rapite.
Che incanto vedere quella mescolanza
di colori che poneva, nel cuore dell’autunno, una gioia profonda! L’aria era in
festa. Anche le nuvole, lassù, si erano raggruppate per fare spazio al sole che
apparve, nel cielo, in tutto il suo splendore.
Eccomi, dolce
Signore,
come
le foglie si perdono
nel gioco veloce del vento,
così io mi perdo
nel tuo gioco d’amore.
Tu mi trasporti con Te
nel tuo Cielo infinito.
Mi sento abbandonato
nel tuo abbandono,
felice di aver pensato
a me e amato.
Incoronata