Nuvole merlettate
incorniciano
un lembo di cielo
azzurro.
È in quello spazio
sereno
che il sole
splende,
richiamando voli
d’uccelli
che migrano,
insieme,
verso caldi paesi
lontani.
Volano, fendendo
l’aria,
per seguire la
rotta
che pare
invisibile.
Volano con ritmo
costante,
instancabile,
ordinato,
quasi sfidando i
tempi
e il vento, a
volte, nemico.
Mi sembra di
volare
anch’io, lassù,
nel cielo.
Mi vedo perso in
un volo
diretto a
quell’orizzonte,
che tocca la volta
celeste,
aprendosi
sull’eternità
d’una vita senza
volo.
E mi sento immerso
nella quiete
tranquilla
di un approdo
sicuro,
carico di pace
infinita.
Sulle ali del vento
Si chiamava Flip, un giovane fenicottero rosa. Sognava
tanto di volare e si sentiva così sicuro di se stesso da rifiutare le
istruzioni del suo maestro di volo. Non vedeva l’ora di varcare i confini dello
spazio celeste.
Ecco che arrivò il giorno convenuto per la migrazione.
Il feni-cottero era ansioso e trepidante. Finalmente poteva dimostrare agli
altri le sue qualità e capacità. Ascoltò con una certa indifferenza l’ultima
raccomandazione del maestro:
« Sta’ attento, quando sarai lassù! Non
allontanarti mai dallo stormo, ma segui la guida! ».
Al momento della partenza gli uccelli
si allinearono tutti dietro il capofila e si alzarono in volo. Essi toccavano
con le ali le nubi e il vento indirizzava loro la rotta. Flip era felice. Amava
tanto entrare in quelle nubi umide di acqua e sentire la voce del vento nei
suoi sof-fi, che gonfiavano le sue ali. Ma, d’un tratto, gli balenò nella mente
il desiderio di staccarsi dallo stormo e di lasciarsi andare, solo, nel-l’aria
in quell’infinito cielo. Mentre si esibiva in voli acrobatici, lo stormo si
distanziava sempre più fino a diventare un piccolissimo punto, che poi
scomparve.
Il fenicottero rosa si perse lassù e cominciò a
volare, battendo disperatamente le ali, sperando di ritrovare la rotta, invece
scende-va sempre più in basso. Solo allora ricordò le parole suggerite dal
maestro:
« Non allontanarti mai dallo stormo! ».
Finì per cadere esausto in mezzo ad un lago. Vi si
specchiò e vide la sua immagine e il sole che lo guardava dal cielo con un
senso di pietà. E fu proprio il sole che comandò al vento di aiutarlo. Allora
il vento lo sollevò sulle sue ali e, con le sue ali, lo condusse in quel paese
lontano dove ritrovò, confuso, il suo stormo che lo accolse con gioia.
Vedi, amico mio, quando ti allontani dalle cose vere e
perdi volutamente gli altri, entrando in un volo senza approdo, è Dio solo che
pone rimedio anche ai tuoi sbagli e ti riporta sulla strada del Cielo.
Mi chiami, Signore,
Dio della mia vita,
a volare insieme lassù
nello spazio illimitato
del tuo Cielo,
affidandomi a Te.
Mi chiami a seguirti
per non smarrire
l’invisibile rotta
che tracci per me.
Vivo, perso in un volo,
che parte dal mio cuore
per giungere nel tuo.
Là troverò la quiete,
offerta dal tuo amore
che non ha confini.
Incoronata
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