Pages

lunedì 22 gennaio 2018

Perso in un volo




Nuvole merlettate incorniciano
un lembo di cielo azzurro.
È in quello spazio sereno
che il sole splende,
richiamando voli d’uccelli
che migrano, insieme,
verso caldi paesi lontani.
Volano, fendendo l’aria,
per seguire la rotta
che pare invisibile.
Volano con ritmo costante,
instancabile, ordinato,
quasi sfidando i tempi
e il vento, a volte, nemico.
Mi sembra di volare
anch’io, lassù, nel cielo.
Mi vedo perso in un volo
diretto a quell’orizzonte,
che tocca la volta celeste,
aprendosi sull’eternità
d’una vita senza volo.
E mi sento immerso
nella quiete tranquilla
di un approdo sicuro,
carico di pace infinita.


Sulle ali del vento

Si chiamava Flip, un giovane fenicottero rosa. Sognava tanto di volare e si sentiva così sicuro di se stesso da rifiutare le istruzioni del suo maestro di volo. Non vedeva l’ora di varcare i confini dello spazio celeste.
Ecco che arrivò il giorno convenuto per la migrazione. Il feni-cottero era ansioso e trepidante. Finalmente poteva dimostrare agli altri le sue qualità e capacità. Ascoltò con una certa indifferenza l’ultima raccomandazione del maestro:
         « Sta’ attento, quando sarai lassù! Non allontanarti mai dallo stormo, ma segui la guida! ».
         Al momento della partenza gli uccelli si allinearono tutti dietro il capofila e si alzarono in volo. Essi toccavano con le ali le nubi e il vento indirizzava loro la rotta. Flip era felice. Amava tanto entrare in quelle nubi umide di acqua e sentire la voce del vento nei suoi sof-fi, che gonfiavano le sue ali. Ma, d’un tratto, gli balenò nella mente il desiderio di staccarsi dallo stormo e di lasciarsi andare, solo, nel-l’aria in quell’infinito cielo. Mentre si esibiva in voli acrobatici, lo stormo si distanziava sempre più fino a diventare un piccolissimo punto, che poi scomparve.
Il fenicottero rosa si perse lassù e cominciò a volare, battendo disperatamente le ali, sperando di ritrovare la rotta, invece scende-va sempre più in basso. Solo allora ricordò le parole suggerite dal maestro:
« Non allontanarti mai dallo stormo! ».
Finì per cadere esausto in mezzo ad un lago. Vi si specchiò e vide la sua immagine e il sole che lo guardava dal cielo con un senso di pietà. E fu proprio il sole che comandò al vento di aiutarlo. Allora il vento lo sollevò sulle sue ali e, con le sue ali, lo condusse in quel paese lontano dove ritrovò, confuso, il suo stormo che lo accolse con gioia.
Vedi, amico mio, quando ti allontani dalle cose vere e perdi volutamente gli altri, entrando in un volo senza approdo, è Dio solo che pone rimedio anche ai tuoi sbagli e ti riporta sulla strada del Cielo.
 


Mi chiami, Signore,
Dio della mia vita,
a volare insieme lassù
nello spazio illimitato
del tuo Cielo,
affidandomi a Te.
Mi chiami a seguirti
per non smarrire
l’invisibile rotta
che tracci per me.
Vivo, perso in un volo,
che parte dal mio cuore
per giungere nel tuo.
Là troverò la quiete,
offerta dal tuo amore
che non ha confini.
                             Incoronata

0 commenti:

Posta un commento